Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE BATTAGLIE DELL'ISONZOcorpo a corpo fin dentro le caverne. Entravano in tre o quattro nei rifugi pieni di nemici e assalivano a baionettate...
      « Da due anni — scriveva il Barzini — i nostri soldati guardavano la terribile e torva montagna nemica come fosse un gigante ostile, una potenza vivente, volitiva e maligna. Dietro al lungo dorso sassoso del Sabotino spuntava la vetta del Monte Santo, che faceva da osservatore, e più indietro si levava il dorso oscuro del Kuk, che fulminava. Immane, scosceso, inaccessibile, il Kuk ci dominava e ci massacrava. Ci ha fermato a Gorizia, ci ha fermato a Piava, come ci aveva fermato a Oslavia. Era il difensore inattaccabile di tutta la zona. Lo vedevamo come una specie di Gibilterra piantata sul nostro fianco. Non potevamo avanzare da nessuna parte su questa fronte senza che il Kuk ci colpisse alle spalle.
      « Il primo problema era quello della riunione delle truppe destinate all'assalto. Le masse di manovra dovevano essere portate sulle posizioni di partenza al sicuro dal fuoco. E si sono scavati nella roccia camminamenti profondi tre, quattro metri, gallerie intercomunicanti, caverne di concentrazione munite di molteplici uscite, tutto un dedalo di vie oscure, nascoste, sotterranee. Questa viabilità seguiva i piani di attacco. Le strade misteriose conducevano ai punti di irruzione. Da quattordici mesi, il lavoro di migliaia d'uomini preparava l'assalto picconando la roccia. Perforatrici elettriche, pompe a motore, macchine da cantiere, rombavano sotto la terra bombardata.
      « Il Kuk doveva essere attaccato da cinque colonne di assalto, mentre altre forze, valicando la Quota di Piava, più a sinistra, avrebbero puntato avanti verso Palievo, minacciando per dimostrazione un aggiramento. Nei due giorni di bombardamento preliminare la nostra artiglieria e le bombarde hanno sconvolto le trincee nemiche. È stato un tiro lento, esatto, accurato, metodico, un lavoro di calcolo e di scienza per il quale ogni colpo era utile, ogni granata andava al punto voluto.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 21. Le battaglie dell'Isonzo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 212

   

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