Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      I A GRANDE GUERRA D'ITALIASalvo in certi momenti, non si aveva l'impressione di un fuoco esasperato, tambureggiato, furibondo. Era un cannoneggiamento intenso ma regolare, sistematico. Le traiettorie si incrociavano stranamente, i pezzi tiravano d'infilata nel settore ove il loro effetto era massimo, non un proiettile si perdeva. Non si era mai vista una demolizione così precisa... »
      « La conquista si allarga, — scriveva ancora il Bar-zini, — si propaga; dal Kuk, lungo la cresta, ogni giorno l'attacco italiano divora delle posizioni nemiche. Ieri a mattina avevamo ancora la Quota 592 come estremo limite meridionale di possesso sull'aspra giogaia che strapiomba l'Isonzo. Ieri a sera eravamo padroni di tutta la successiva sella di Vodice e della linea di cresta della Quota 652, dopo la quale si erge il Monte Santo, ultima vetta della catena.
      « Sono tre chilometri e mezzo di fortificazioni che abbiamo espugnato di viva lotta, un allineamento pauroso di fortilizi. Il nemico scacciato da un punto si rafforza nel punto che segue, vi aduna masse fresche e nuove armi, cerca di creare argini insuperabili; lo strepitoso coro delle mitragliatrici austriache arriva talvolta a delle pienezze spaventose. Ma l'assalto lento, strano, manovrato, della nostra magnifica fanteria si aggrappa, si insinua, si infiltra, disgrega, avanza.
      « Per lunghi mesi i nostri soldati si sono esercitati a questo genere di combattimento, ogni giorno durante la lunga sosta invernale hanno scalato alture in speciali formazioni di attacco, e si sente nella loro azione la familiarità a questa tattica difficile fatta di eroiche pazienze. Nulla li scuote, sembrano fermi sotto gli uragani di piombo, i loro movimenti sono spesso impercettibili, per ore ed ore si scorgono i gruppi grigi dell'assalto aggram-pati sulle balze in una fissità disperante, poi, ad un tratto, ci si accorge che si sono mossi, che si sono spostati, che occupano nuovi angoli, che gremiscono altre rocce, che si annidano fra altri cespugli, in direzioni impreviste, più a destra, più a sinistra, puntando su o-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 21. Le battaglie dell'Isonzo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 212

   

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