Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE BATTAGLIE DELL'ISONZOpiù immane vastità, al suo più alto « diapason », sia negli attacchi dimostrativi che in quelli effettivi.
Sotto l'aspetto della grandiosità è della-difficoltà l'azione era senza precedenti in tutta la storia della nostra guerra e in quella degli altri Stati belligeranti...
Il passaggio dell'Isonzo a viva forza fu un capolavoro d'arte militare e un'affermazione suprema di valore delle truppe,. Ma conseguito quel primo successo, altri terribili compiti si presentavano.
« Per di.agare — scriveva Rino Alessi — sul terrapieno che cinge alla base le montagne della Bainsizza e dell'altipiano dei Lom di Canale e di Tolmino, e costituisce la sponda sinistra del fiume, le nostre truppe, varcati i ponti a passo di corsa, tra némbi di shrapnels e colonne d'acqua e di ghiaia sollevate dagli scoppi dehe granate austriache, hanno dovuto scalare la muragli quasi a perpendicolo.
« Le mitragliatrici tempestavano di sibilanti proiettili il terrapieno. Si vedevano i nostri, con l'acqua alla cintola, attaccarsi ai nodosi tronchi sporgenti dalla naturale muraglia, immergersi nei più folti frascami, guizzare da ogni lato come scoiattoli, gettar corde, puntelli e scalette improvvisate a quelli che sopraggiungevano veloci con il sordo e pesante scalpiccio delle suole ferrate sulle robuste tavole dei ponti. Altri percorrevano tranquillamente la sponda in cerca di migliori approdi, intimando la resa ai nuclei sperduti, o" affrontandoli e volgendoli in fuga.
« Alle d eci del mattino gli austriaci avevano sgombrati tutti gli anpostamenti della prima linea. Non riuscendo a impedire ai nostri reparti di avanscoperta di spingersi in ricognizione tra le macerie dei villaggi, si ritiravano al coperto delle difese di mezza costa e si spargevano nei boschi di larici e di acacie, mettendo fra noi e loro la linea dei ridottini. . »
« Nel pomeriggio, contrariamente a quanto è sempre avvenuto nelle offensive passate, una nuova preparazione di fuoco è incominciata violenta e. turbinosa come la prima, stendendosi dal Monte Nero alla conca di
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