Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE BATTAGLIE DELL'ISONZOda tutte le screpolature. Erano gli ultimi sprazzi della sua ribellione, della sua pervicace resistenza, durata più di due anni.
      « Alle nove e mezzo le tre colonne avevano preso stretto contatto : ma in anticipo i difensori si erano arresa all'ardua impresa di tenere il mostro fino all'ultimo sangue e all'ultima cartuccia. Nel fuggire giù per i camminamenti del versante orientale s'imbattevano in una densa cortina di fiamme che tutti travolgeva in un enorme carnaio.
      « Con uno scatto simultaneo gli italiani chiusero il cerchio. In breve si videro comparire sulle rovine fumiganti del Convento, piantarvi un pennone e sciogliere un grande drappo tricolore... »
      Un comunicato ufficiale in data 2 settembre narrava :
      « Un ufficiale austriaco prigioniero ha riassunto le sue impressioni sulla battaglia in corso in questo giudizio : Non poteva succedere quello che è successo se gli italiani non avessero avuto tanta artiglieria. In verità la massa di artiglieria schierata ora sulla fronte Giulia supera di gran lunga i precedenti ammassamenti.
      « Un giornale ungherese, il Pesti Naplo, ha pubblicato che noi abbiamo portato in linea 5000 pezzi; il servizio rad otelegrafico austriaco ha parlato di 1000 batterie. Ragioni troppo ovvie vietano di precisare quanti pezzi noi abbiamo opposti e stiamo opponendo ai 2500 cannoni, obici e mortai d'ogni calibro del nemico (a tanto almeno son cresciute infatti le artiglierie austriache sulla trcnte Giulia), ma un'idea positiva dello sforzo nostro si può desumere da queste cifre parziali. Su sei chilometri della fronte di una delle armate operanti erano in azione il 18 agosto 519 pezzi, i quali in 14 ore rovesciarono sul settore nemico ad essi opposto 91.500 proiettili di tutti i calibri.
      « E qui e dovunque la precisione e l'efficacia del tiro furono meravigliosi. Ciò si deve a vari coefficienti;
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 21. Le battaglie dell'Isonzo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 212

   

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