Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAlenzio. La risposta a questo quesito non potrà essere data che dalla Commissione inquirente; è doveroso tuttavia rilevare come nessuna pubblica dichiarazione abbia accennato a qualsiasi fatto, che comunque potesse fondatamente implicare una responsabilità del Comando.
Il terzo punto è il più doloroso, quello che fece fremere e sanguinare l'anima nazionale.
Un bollettino ufficiale, che si affermò fosse stato attenuato nella sua rude dizione per volontà del governo, accennava con due parole al penoso argomento, parlando della deficiente resistenza di qualche reparto. Ne la Censura, che continuò il suo imperio per tutto il tempo della guerra ed anche durante le trattattive di pace, consentì che venissero dati al pubblico più precisi particolari.
Vi furono innegabilmente reparti di truppe che non fecero il loro dovere. E questa amara constatazione giunse nel tragico momento inattesa all'opinione pubblica ed allo stesso Comando.
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11 24 ottobre Luigi Barzini scriveva dalla nostra fronte :
« Mai l'attesa di un grande urto di eserciti fu più calma. La tranquillità e la normalità sulla fronte sono così grandi, che vien quasi fatto di dimenticare fra le truppe che una imponente battaglia si avvicina. In questa ordinatezza e in questa serenità si sente una non so quale forza incrollabile e superba, una specie di prodigiosa salute morale. »
Il giorno 26 lo stesso Barzini pubblicava queste parole :
« Scuotendo la nostra ansia dobbiamo riconoscere che la battaglia può volgersi in nostro favore se il valore magnifico spiegato nelle passate lotte dalle nostre truppe rifulgerà con la sua pienezza. Abbiamo in mano di che vincere, e ben vincere, se il concorso della forza morale di tutti è proporzionato ai nostri mezzi e al nostro numero. Alle disposizioni militari deve corrispondere lo spirito degli uomini. »
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