Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAfriulana trovò una forte resistenza da parte de^ nostri soldati, la quale per cinque giorni è validamente continuata sulla linea del Tagliamento.
« Inoltre, malgrado la superiorità delle nemiche forze contro di noi ammassate tra Monte Maggiore e Auz-za, malgrado la protezione della fittissima nebbia, la tattica di avvolgimento del nostro esercito da parte del nemico è fallita. »
L'attacco austro-tedesco si manifestò con violenza inaudita. II Barzini precisò ch'esso avvenne sopra otto punti della fronte dalla conca di Plezzo al San Gabriele. La nebbia aveva coperto 1 avvicinata delle masse nemiche, che indubitabilmente arrivò di sorpresa.
Il bombardamento nemico, intensissimo, che era cominciato nella notte sul 24 ottobre 1917, verso le due, era cessato fra le tre e le cinque. Il tempo piovoso sembrava avesse indotto gli avversari a sospendere l'azione. Improvvisamente, dalle sei alle sette, il fuoco riprese, tambureggiante, su tutta la linea. Intanto, invisibili nella bruma, le fanterie austro-germaniche, in dense colonne, si erano portate fino ai nostri reticolati. Poco prima delle otto cominciò la mischia, di colpo, senza transizioni.
Nella conca di Plezzo, narra il Barzini, un intero corpo di armata, probabilmente avanguardia di altre forze, si gettò lungo la destra dell'Isonzo contro le nostre linee di avamposti a levante di Plezzo e sulle pendici meridionali del Rombon, linee che costituivano l'estrema ala sinistra della fronte attaccata. Il nemico mirava ad aggirarla ed isolarla seguendo con la direttiva dell'attacco il corso del fiume. Le nostre truppe tennero a bada le masse avversarie incalzanti e si appoggiarono fortemente allo sbocco occidentale della conca, al passo di Saga, fra le falde dei monti, dove l'Isonzo s'incanala in una gola, sistemata per la resistenza.
Pure dalla conca di Plezzo, alla sinistra dell'Isonzo, un'altra forte colonna risalì lo Slatenik, burrone che scende dal Monte Nero, per forzare il passo di Za Kraja, fra il massiccio del Vrata, che è un prolunga-
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