Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAmento della cresta del Monte Nero, e lo sperone roccioso del Krasji, e sboccare così nella conca di Dre-zenca. Questa incursione, che tendeva a scardinare il centro della nostra linea penetrando per via inattesa nella innervatura dei suoi servizi, fu fermata in una prima fase nella strozzatura fra i due capisaldi.
Intanto un posto avanzato del Monte Nero, a oriente, situato sul roccione detto Monte Rosso, era sopraffatto dal fuoco delle artiglierie, ed il nemico aveva potuto proseguire da quel punto verso la Sella Kozliak sotto alla vetta del Monte Nero.
La tattica generale del nemico, favorita dalla invisibilità creata dalla nebbia, consisteva in una infiltrazione di masse nel fondo delle valli. Un corpo d'armata tedesco aveva fatto impeto sui nostri sbarramenti a cavallo del fiume, sulle due rive, li forzò di sorpresa e percorse la vallata fino ad urtare lo sperone dello Stol, che si protende a chiuderla sopra Caporetto. Una parte delle forze nemiche si impegnò sullo Stol, e una parte si diresse verso le gole del Natisone, fermandosi alle strette fra le pendici del Matajur e del Mia, dove la difesa arrivò da principio a fare argine.
Queste masse sboccate da Tolmino, percorrendo la valle, distaccarono forti reparti sulla sinistra per salire le balze ed impegnare le nostre difese sul ciglione del Kolovrat, al fine di impedirci di ostacolare l'avanzata nel fondo della valle. Combattimenti accanitissimi si svolsero su tutta la linea di cresta, specialmente-al valico di Luico, che passò successivamente da una mano all'altra, per una serie di attacchi e di contrattacchi di un impeto senza eguale.
Nel medesimo tempo un corpo austriaco, partito dalle fortificazioni della testa di ponte di Santa Lucia, valicava la gola inosservato e occupava le posizioni a-vanzate fronteggianti sul costone di Cemponi, e di lì balzava avanti fin sulla vetta del Globocak, rimasta indifesa e sulle cui falde avevamo postazioni di artiglieria. Ma l'eroica 5a Brigata bersaglieri saliva poche ore dopo al contrattacco, riprendeva la montagna, catturava sulla vetta prigionieri e mitragliatrici, riprendeva i cannoni,
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