Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAsa Below-Krobatin si era chiusa nel vuoto. La IV Armata. trascinandosi tutto dietro, aveva compiuto fino una marcia strategica di quaranta chilometri in un sol giorno.
Mentre Krobatin effettuava il nuovo movimento di approccio ai contrafforti di settentrione del Grappa, il 10 novembre Conrad entrava furiosamente in lizza sull'altipiano di Asiago, cercando di colpire non i settori dove le nostre linee sono costruite da mesi, bensì quelli vergini (dal Sisemol alla testata di Val Gàdena) sui quali l'ala destra della I Armata aveva dovuto ripiegare accompagnando il ripiegamento della IV Armata. La manovra imperiale entrava in quella fase di arresto in cui la tennero ferreamente inchiodata le nostre baionette.
Sulla mirabile ritirata della III Armata, lo stesso Alessi fece considerazioni che degnamente la lumeggiarono. Egli ricordava che nelle giornate di Caporetto quell'Armata era ancora tra il Faiti e le falde occidentali dell'Hermada, in piena efficenza, tipico esempio di compattezza, con tutti i mezzi proiettati in avanti secondo l'impulso offensivo che il Duca d'Aosta aveva saputo infonderle sino dai primi giorni in cui, ancora convalescente di una lunga malattia, ne aveva assunto il comando. Il problema della ritirata attraverso i ponti dell'Isonzo, del Tagliamento, del Piave, coi nemici inebriati, con il continuo pericolo dell'avvolgimento all'ala sinistra, si presentava addirittura spaventoso. Di mano in mano che la gloriosa unità si discostava dai campi sui quali aveva lottato e lavorato per più di due anni, la viabilità diventava maggiormente difficile e i mezzi si rarefacevano e i reparti si affaticavano nella marcia a tappe forzate.
Dal nord scendevano a frotte gli elementi in crisi ricacciati dalla tragica disavventura, e minacciavano di comunicare per contagio la demoralizzazione a quelli che, arrivando dal Carso, non riuscivano che in parte a rendersi conto dell'accaduto. L'esodo delle popolazioni intasava le strade; per cui le fanterie erano spesso costrette a gettarsi per i sentieri pantanosi della campagna e retrocedere fra duri stenti.
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