Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIArana, l'avversario sforzò all'alba il passaggio del fiume : sotto la protezione di violentissimo fuoco di artiglieria le sue truppe passarono sulla destra a Follina e a Fa-garè.
      « Le prime vennero annientate dalla nostra artiglieria e da un fulmineo contrattacco della Brigata Lecce (265° e 266°); i superstiti — oltre 300 con 10 ufficiali — fatti prigionieri. Contro quelle molto più numerose passate alla seconda località, fu rivolta l'azione decisa e poderosa della 54a Divisione, le cui truppe, Brigata Novara (153° e 154°) e 3° bersaglieri (17° e 18° reggimenti), hanno gareggiato in bravura. Alla fine della giornata restavano sul terreno numerosi cadaveri nemici, erano ricondotti prigionieri circa 600 soldati e 20 ufficiali, e i rimanenti, addossati all'argine del fiume, erano battuti dalle nostre artiglierie che ne ostacolavano il ritorno sull'altra sponda.
      « Nell'ansa di Zenson il nemico venne contenuto in zona sempre più ristretta.
      « Sul basso corso del Piave la difesa è efficacemente coadiuvata dalla Regia Marina con mezzi aerei, batterie fisse e natanti e naviglio leggero.
      « Favorita dalle condizioni atmosferiche, 1* opera dei nostri aerei ha potuto nella giornata svolgersi proficua contro ammassamenti di truppe nemiche. »
      18 novembre. — «Sull'altipiano di Asiago,, nella notte sul 17, l'avversario, insistendo nel tentativo di forzare la nostra linea Monte Sisemol-Monte Castelgom-berto, ha attaccato in direzione di Monte Zomo (oriente di Gallio). L'attacco, ripetuto quattro volte e con estrema violenza, fu nettamente infrenato dal provato valore della Brigata Liguria (157° e 158°).
      « Più a nord, in direzione di Casera Meletta Davanti, nostri riparti del 129° fanteria (Brigata Perugia) con grande ardire riconquistarono alcuni elementi avanzati perduti nei giorni precedenti e catturarono un centinaio di prigionieri.
      « Tra Brenta e Piave, dalla sera del 16 la pressione nemica è in aumento : masse avversarie hanno obbligato in qualche punto le nostre truppe a non prolun-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 22. La patria violata
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 234

   

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