Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAin tutta una estate, appena qualche diecina di pastori. Di notte e d'inverno vi fu sempre la più profonda solitudine. Solo più in là, alla fontana e alla malga dei Tre Pali, vi era un passaggio più frequente; e anzi là quei di Gallio e di Foza vi si contesero, qualche volta a coltellate, per secoli, il diritto di pascolo. Adesso dov'era solitudine selvaggia ben altre mischie ardono!
« Si sarà notato che negli attacchi al massiccio delle Melette, nove volte su dieci, il nemico ha prescelto la notte. In un terreno così rotto e così insidioso l'avversario tenta di disorientare i difensori, di sorprenderli, di sopraffarli con il complice ausilio dell'oscurità. Tutto invano. Anche questa volta non ha fatto che infittire la schiera dei suoi morti dinanzi alle nostre intatte trincee. »
Sugli episodi di Fagarè e di Folina un comunicato Stejani dava questi particolari :
« Il battaglione austriaco che la mattina del 16 ha tentato di passare il Piave a Folina è il 4° del 57° reggimento, un reggimento galiziano. I prigionieri catturati dalle nostre truppe hanno dato qualche particolare su questa impresa, risoltasi assai tragicamente per il nemico. Il battaglione aveva avuto l'ordine di varcare il fiume, di attaccare decisamente la nostra linea sulla riva destra e di stabilirvisi. Dinanzi a Folina le acque del Piave si partiscono in due rami formando un isolotto. Il ramo orientale fu passato dai soldati in barconi o a guado. Raccoltesi tutte le compagnie del battaglione nell'isolotto, fu dato l'ordine di guadare il ramo occidentale. Benché non pochi fossero stati travolti dalla corrente, tuttavia il grosso di questi galiziani, spinto dagli ufficiali, riuscì ad arrivare alla sponda destra. Fu investito da un nutritissimo fuoco di mitragliatrici e di fucileria, fu contrattaccato, dovette gettarsi di nuovo nell'acqua e cercar riparo nell'isolotto dopo aver lasciato numerosi morti sul greto. Dall'isolotto i galiziani non poterono più fuggire. Presi sotto il violentissimo tiro di distruzione e di interdizione delle nostre batterie, in breve i 300 superstiti dovettero arrendersi.
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