Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAMeletta di Gallio, dove, con violenti corpo a corpo, gli assalitori vennero decisamente ributtati con gravi perdite e lasciandoci anche qualche centinaio di prigionieri. Il secondo, da nord-est, fu portato con maggiori forze e tenacia fra Monte Tondarecar e il Monte Badenec-che. Qui, dopo lotta accanitissima, prolungatasi fino alle prime ore di questa mattina, l'occupazione di alcune trincee, potuta effettuare dall'avversario, ci consigliò a ritrarre qualche tratto più avanzato della nostra linea.
      « A Zenson. sul Piave, essendosi notato maggior movimento, una nostra compagnia d'assalto, felicemente appoggiata dall'artiglieria, che distrusse cinque passerelle costruite in quel punto dal nemico, attaccò l'avversario nell'ansa, infliggendogli perditè e riportando alcune decine di prigionieri e mitragliatrici. »
      Un comunicato Stefani recava questi ulteriori particolari, precisando anche le forze impegnate dal nemico :
      « Gli ultimi attacchi austriaci al caposaldo delle Me-lette erano stati quelli del 24 novembre. Respinto sempre, dissanguato da perdite che i prigionieri riferivano non inferiori al 50 per cento degli effettivi, il nemico era costretto ad una sosta, e ieri soltanto, radunate forze fresche, ha potuto irrompere. Non va dimenticata, nella valutazione della vittoriosa resistenza della Prima Armata nell'ultima quindicina di novembre, questa lunga sosta imposta al nemico.
      « Già da alcuni giorni, intensi movimenti di colonne di truppe e carreggi e una rinnovata attività di artiglieria indicavano chiaramente l'imminenza della ripresa. Il 3 dicembre la cadenza del bombardamento nemico si era accelerata. Nelle prime ore del 4 il fuoco aumentava ancora di violenza, assumeva i caratteri di preparazione dell'assalto fra Monte Sisemol e Monte Zo-mo (ad oriente di Gallio), sulla sinistra di Val Frenzela, e si allungava poi da entrambi i lati di questo settore. Grossissimi calibri entravano in azione, raffiche di proiettili a gas lacrimogeni ed emetici si abbattevano fra le prime e le seconde linee nostre, non cagionando tutta- » via che trascurabili effetti. Le nostre batterie reagivano
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 22. La patria violata
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 234

   

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