Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAindietreggiare e a sospendere per la giornata le azioni di fanteria.
      « Il contegno delle nostre truppe della Quarta Armata nella lotta che da quattro giorni si svolge asprissi-ma e cruenta fra Brenta e Piave, è pari alla grandezza dell'ora. Nella resistenza opposta al nemico al saliente del Monte Solarolo si distinsero i riparti della Brigata Ravenna (37° e 38°), Brigata Umbria (53° e 54°) e Brigata Campania (135° e 136°) e del terzo raggruppamento Alpini. Fra essi meritano l'onore di speciale menzione il secondo battaglione del 38° fanteria, il terzo battaglione del 53° fanteria, il battaglione alpini te Monte Pavio-ne » e il battaglione alpini «Val Maira », che sul fondo di Val Calcino, sbarrando la via al nemico, con glorioso sacrificio ha affermato ancora una volta l'eroico motto : « Di qui non si passa », insegna e vanto degli Alpini nostri. »
      In pari data veniva diramato questo comunicato Stefani :
      « Ieri, quarta giornata di battaglia fra Brenta e Pia- ■ ve. I due focolari dell'azione nemica sono stati ancora il settore Col Caprile-Col della Berretta e il saliente di Monte Solarolo. Tra queste due azioni offensive degli austro-tedeschi se ne è svolta una nostra, controffensiva di alleggerimento, nella regione del Monte Pertica. Sul Col Caprile e sul Col della Berretta il nemico è riuscito ad avanzare di alquanto la sua occupazione non solo per effetto della preponderanza delle sue masse di fanteria, ma anche coi concentramenti di fuoco che le sue batterie in questa zona gli consentono. La lotta si è iniziata infatti verso le 6,30 con una furiosa preparazione di artiglieria. Con questa preparazione, durata fino alle 11, forti masse di fanteria austriaca attaccavano in tutta la zona tra il Col Caprile e il Pertica. La nostra prima linea era sconvolta, ma tuttavia i difensori reggevano ali urto; i rincalzi ributtavano vigorosamente le ondate nemiche; così, dove la lotta era pari, dove era da uomo a uomo, il sopravvento rimaneva a noi; ma di nuovo un furioso concentramento di fuoco dava modo al nemico
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 22. La patria violata
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 234

   

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