Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA PATRIA VIOLATAdi ritornare all'assalto, di raggiungere Col Caprile e varcare la nostra linea, che veniva ripiegata immediatamente più indietro.
      « Il nemico non poteva continuare la sua pressione per le perdite inflittegli dal nostro fuoco e per la stanchezza delle truppe. Intanto sopraggiungeva la notte. Più ad oriente, verso il Pertica, mentre il nemico si accingeva all'attacco finale al Col Caprile e al Col della Berretta, si svolgeva da narte nostra l'azione di alleggerimento già accennata. Per due volte, nostri riparti riuscivano a irrompere sulla vetta del Pertica, allarmando il nemico, inducendolo a gettare ingenti forze al contrattacco e ammassare riserve sulla zona, diminuendo così la sua pressione sul Col Caprile e sul Col della Berretta.
      « La preparazione dei nuovi attacchi nemici al saliente di Monte Solarolo fu caratterizzata ieri, oltre che dalla consueta formidabile preparazione di artiglieria, da una intensa azione aerea.
      « Poco prima che la fanteria austro-germanica muovesse all'assalto, un nugolo di aeroplani era calato sulle nostre linee per mitragliare la truppa. Neppure questa incursione aerea giovava a scuotere la saldezza della nostra difesa. Il primo assalto, sviluppatosi verso le ore 12,30 nel settore nord-orientale del saliente tra Monte Solarolo e Monte Valderoa, veniva respinto nettamente, e la stessa sorte subiva un attacco concomitante al settore ovest del saliente al Col dell'Orso. Con maggiori forze e con maggiore violenza l'attacco si ripeteva verso le 16, ma falliva pur esso sotto le raffiche del nostro fuoco e per i nostri contrattacchi.
      « Le perdite del nemico sono state fortissime. Il terreno dinanzi alle nostre linee è coperto di cadaveri. Le nostre truppe hanno rinnovato la bella prova fornita il giorno 13 in questa stessa zona da riparti delle Brigate Ravenna, Umbria e Campania e del terzo raggruppamento alpino, e segnatamente dal secondo battaglione del 38° fanteria e -dal battaglione alpini « Monte Pavio-ne », che, con animoso e impareggiabile contrattacco, rioccupavano sotto una grandine di proiettili, in per-
      - 8! —


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 22. La patria violata
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 234

   

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