Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAnente. Tutti i calibri hanno contribuito al bombardamento iniziale, nel quale ebbero larghissima parte le bombarde e le grosse artiglierie germaniche.
« Secondo il piano nemico, sempre stando alle deposizioni dei prigionieri, le truppe d'asèalto nella giornata del 24 avrebbero dovuto raggiungere Bassano, dove, come premio, avrebbero potuto passare il Natale in vicinanza dèi pingui magazzini italiani, mentre le fanterie avrebbero dovuto proseguire la marcia verso il sud nella pianura veneta. La lotta continuerà probabilmente con indiminuita asprezza, ma la pianura italiana resta ancora inviolabile, e molti nemici, nel desiderio di raggiungerla, hanno trovato la morte.
« Le nostre truppe hanno combattuto con grande valore. Anche ieri le perdite dell'avversario sono state ingenti. Sugli ammassamenti di truppe nemiche, accorrenti al combattimento, il fuoco delle nostre batterie, centinaia e centinaia di pezzi, si abbatteva frequente e preciso. Ad ogni raffica si vedevano le masse scomporsi e diradarsi, ma numerose macchie scure sulla neve ne testimoniavano i micidiali effetti.
« Parallelamente all' azione violenta sull'altipiano, il nemico ha tentato di iniziare lungo il Piave l'affratellamento insidioso che gli è tornato tanto utile altrove : cartelli contenenti le frasi più lusinghiere, voci di pace, inviti alla diserzione; tutto è stato tentato dal nemico. A tutto, i nostri, con unanime e spontaneo slancio, hanno risposto con raffiche di mitragliatrici e col grido di Viva l'Italia! »
Esaminando sul luogo gli aspetti della battaglia fra Brenta e Piave, Rino Alessi notava che la nostra situazione tattica, nonostante le immani difficoltà, era ormai molto migliore di quanto fosse stata nella prima quindicina di novembre, quando parecchi testimoni oculari della crisi, pur non cedendo alla passione straziante per le perdute cose, non riuscivano a nascondere la propria intima incredulità circa i buoni risultati di una improvvisata resistenza fra Brenta e Piave. D'altronde, le forze
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