Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA PATRIA VIOLATAche restavano in assoluto possesso dei nostri Comandi imponevano di scegliere la linea più breve, dove fosse possibile, trovandoci soli a" sostenere l'urto simultaneo di quattro eserciti vittoriosi in manovra, per permettere ai nostri alleati, una volta giunti alla plaga del Mincio e dell'Adige, di avanzare per tappe lungo i settori pedemontani del Veneto, occupare successivamente gli sbocchi delle valli in pianura, infine dirigersi, senza minaccia di rovesci alle spalle, verso il fronte di schieramento loro assegnato.
      « Oggi il nemico — soggiungeva l'Alessi — non può raggiungere la pianura: anche nel caso in cui riuscisse, un po' alla volta, a dilagare su tutti i contrafforti del Grappa, non troverebbe la strada per scendere in forze se non scardinando tutto il margine meridionale dell'altipiano di Asiago e liberando la rotabile maestra del Canale del Brenta. La linea di displuvio su cui si lotta con accanimento indescrivibile, non è solcata da nord a sud che da rade mulattiere; da una parte e dall'altra le rotabili si fermano prima; cosicché, nel tratto mediano del baluardo, nella cui direzione appuntq, dopo la lotta per la graduale conquista dell'Asolone, l'avversario mostra di tendere, mancano quelle arterie di sfocio alla piana senza delle quali ogni colpo rimane privo di conseguenze apprezzabili per il nemico. »
      E alla fin d'anno il generale Plumer, comandante le forze inglesi in Italia, telegrafava al Ministero della Guerra inglese questo giudizio sulla situazione :
      « I nostri alleati italiani rimangono alla fine dell'anno in possesso delle loro linee difensive sui settori del Grappa e di Asiago, che hanno infaticabilmente rafforzate. »
      La fiera lotta non ristava. Nei settori montani e lungo il Piave, malgrado i rigori della stagione, i combattimenti si riaccendevano sempre cori violenza. Il bollettino ufficiale del 15 gennaio recava : « Nella regione di Monte Asolone il combattimento si riaccese nel pomeriggio di ieri. Le nostre truppe, efficacemente sostenute dalle artiglierie, avanzarono con
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 22. La patria violata
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 234

   

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