Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAobbligatorio tra le Nazioni; secondo, della libertà dei mari; terzo, dell'esclusione delle riparazioni materiali o indennità di guerra, salvo eccezioni particolari; quarto, dell'evacuazione dei territori nemici occupati; quinto, dell'esame, con spirito di conciliazione e possibilmente con riguardo alle aspirazioni delle popolazioni, delle speciali questioni territoriali dibattute fra Potenza e Potenza.
« Le due questioni del disarmo e dell'arbitrato sono strettamente connesse tra loro, perchè sarebbe tanto più agevole ottenere il consenso generale al disarmo, quanto meglio venisse assicurata la difesa di ciascuno dagli altrui soprusi e dalle sorprese.
« Pel disarmo come pure per l'arbitrato, esiste già il consenso teorico di tutte le Potenze belligeranti, le quali si sono dichiarate al riguardo nelle loro risposte al primo messaggio del Presidente Wilson. 11 difficile sta nel trovare l'ordinamento pratico, che traduca in atto tali desiderati, per potere effettivamente far subentrare, come invoca il Papa, « la forza morale del diritto alla forza materiale delle armi ».
« Ma qualunque sia il mezzo pratico che si voglia escogitare pel raggiungimento dei due primi postulati della nota papale, resta pur certo che esso non può non prendere per base la rigorosa osservanza della fede internazionale e della parola impegnata, il che converrà ricordare quando si scenderà a discorrere partitamente della questione belga, compresa nei numeri 3 e 4 delle proposte papali.
« Quanto alla libertà e comunanza dei mari, in tempo di pace nessuno la contesta: in tempo di guerra-il difficile è di farla valere. Gli Imperi centrali dichiarano, in teoria, di accettarla, ma la loro risposta pratica l'avete avuta nel metodo ripetutamente e impunemente raccomandato al proprio Governo, come fosse la cosa più naturale del mondo, dall'inviato germanico a Buenos Aires, mentre stava impegnando la parola del Governo stesso al pieno rispetto della incolumità delle navi argentine, il consiglio cioè di « affondarle senza lasciare traccia ».
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