Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAtemente e al disopra di ogni altro aggiustamento o accordo, si verrebbe così, in realtà, a proclamare pel futuro con un solenne precedente storico la piena giustificazione di qualunque violenta o fraudolenta occupazione di un territorio neutro, anche se preventivamente garantito dallo stesso invasore, quando una siffatta occupazione gli possa riuscire vantaggiosa come pegno per la rivendicazione, al terminare della guerra, di altri territori propri di cui si sia impadronito il nemico.
« Lasciando il Belgio e tornando alla proposta generica della restituzione reciproca dei territori attualmente occupati, osservo che non si fa nella Nota papale alcun cenno di riserva di restituzione per quei territori su cui vertono specialmente le questioni tra Potenza e Potenza, per le quali il Papa esprime la speranza che si vogliano esaminare «con spirito conciliante, tenendo conto, nella misura del giusto e del possibile, delle aspirazioni dei popoli ».
« L'invito così formulato costituisce indubbiamente la parte più importante e originale, il punto più luminoso della Nota papale, per quanto esso non fornisca alcuna base possibile e pratica all'iniziamento di qualsiasi trattativa. Ad ogni modo, a questo invito di prendere in qualche considerazione le aspirazioni dei popoli hanno risposto testé, in modo categorico, gli Imperi centrali, ossia il Czernin nel suo discorso del 3 di questo mese a Budapest, e il Kiihlmann il 9 corrente al Reichstag, e la risposta, così pei territori reclamati come italiani dall'Italia, come nei riguardi dell'Alsazia Lorena per la Francia, si compendia nella parola « giammai ».
« Riassumo. Tutti vogliono la pace. Per una pace che non sia soltanto una tregua siamo disposti, procedendo sempre di piena intesa coi nostri Alleati, ad esaminare ogni seria proposta che ci venga da qualunque parte, mettendo, per quanto ci riguarda, completamente da parte ogni spirito così di vendetta e di rancore, come di imperialistica prepotenza. Ma vi sono alcuni punti essenziali sui quali non ci è dato di transigere. Non possiamo far getto dei fini supremi per cui siamo entrati in guerra e per cui tanti sacrifici abbiamo richiesti alla
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