Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATA
« É la prima volta che fiere truppe di quella meravigliosa manifestazione di volontà e di forza nazionale che è l'esercito inglese vengono in Italia a combattere : ma già altra volta in Crimea ed ora sul fronte macedone soldati inglesi e soldati italiani si sono potuti conoscere ed apprezzare. Non è, invece, la prima volta che sangue dell'esercito francese è per bagnare il suolo d'Italia, in difesa della libertà : della libertà nostra a Magenta ed a Solferino, della libertà comune di tutte le genti, domani. Tanto più il Governo sente il dovere di riconoscere e dichiarare tali prove di perfetta solidarietà, in quanto che una delle tante perfidie del nemico si manifesta attraverso la diffusione di notizie malignamente inventate intomo a ingiustificate trascuranze e a vessative condizioni dei nostri alleati contro di noi. È, bene che sia rivelata la fonte impura di tali false notizie, perchè chi le divulga sappia che per tal modo si rende più o meno volontario strumento di una insidia nemica. Bisogna, bensì, ammettere che alla ferma e cordiale solidarietà degli alleati era mancata sinora la forza animatrice e fattiva della organizzazione pratica e spedita : a ciò si è provveduto nel recente convegno di Rapallo. Fu deciso di creare un Consiglio supremo politico tra gli alleati, al quale spetterà l'essenziale compito di meglio coordinare l'azione militare delle diverse zone di guerra del fronte occidentale. Fu pure costituito un Comitato militare consultivo permanente, che assisterà il Consiglio supremo con la esperienza tecnica degli eminenti generali che vi furono nominati. Tali Consigli comprenderanno pure i rappresentanti degli Stati Uniti d'America che partecipano alla guerra sul fronte occidentale. Anche nelle ultime dolorose nostre contingenze, la grande repubblica americana ci dette solenni prove del suo potente e volonteroso concorso, per il quale esprimo la cordiale riconoscenza del nostro Paese.
« Il Governo ha inoltre avvertito essere suo essenziale dovere di tenersi in continuo contatto con l'esercito e col Comando Supremo di esso, e occorrendo si riserva di rapidamente attuare forme e modi capaci di meglio re-
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