Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdi genti, che non sarà risoluto se non colla forza, e forza di braccia, di mezzi materiali, di opere, di sentimenti chiede la Patria pericolante, a tutti, niuno scluso, i suoi cittadini.
« L Italia non è sola : essa, combattendo e soffrendo per sè, combatte e soffre per la libertà del mondo. Le si stringono attorno popoli magnanimi che della libertà del mondo furono i primi assertori e propugnatori. Conoscono essi i loro debiti di solidarietà verso di noi e li assolvono già con mezzi che promettono adeguati allo scopo. In essi dobbiamo aver fede, ma sopratutto i-spirare fede. Ma non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che nessun popolo può dovere se non sopratutto a sè medesimo la salvezza e la riscossa. Il concorso degli Alleati non può in alcun modo attenuare il nostro sforzo, che deve raggiungere il massimo della sua possibile intensità. Solo a questo patto potremo valercene senza menomazione della nostra dignità e del nostro valore.
« Tale è l'impegno solenne che oggi la rappresentanza nazionale assume al cospetto del mondo civile e della storia. Dobbiamo essere del Governo militi fedeli e disciplinati, per raccogliere intorno a lui con infaticabile apostolato la disciplinata operosità dei cittadini. Consideriamoci, come siamo ormai, tutti combattenti, ed adempiamo il nostro dovere sotto l'ordine di capi liberamente accettati. Agli italiani d'ogni ceto dobbiamo dire, con l'esempio e con la parola, che l'ora è suonata nella quale si decideranno forse per secoli i destini delle loro case e delle loro persone, delle libertà nazionali e della storia d'Italia.
« L'onore d'Italia e di ciascuno di noi esige che a-gli italiani scacciati dalle terre e dalle case arricchite da diuturno assiduo lavoro, sia apprestato ogni possibile sussidio che attenui il dolore e l'angoscia del temporaneo esilio, ma, sopratutto, sia data la consolante persuasione che, per quanto grandi dovranno essere gli sforzi, noi li sopporteremo volonterosi sinché non li avremo trionfalmente reintegrati nelle avite sedi.
.* "« O amici e fratelli della nobilissima regione veneta, che tutti gli italiani hanno vivificato delle loro spe-
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