Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAQuesto tardivo riconoscimento dell'importanza suprema del nostro fronte avrebbe potuto con ben altra utilità determinare 1' azione dei nostri Alleati, qualora il consiglio dell'Italia fosse stato tempestivamente accolto.
Quest'ordine di idee ebbe una importante conferma nelle rivelazioni fatte in quei giorni dalla rivista inglese The New Europe.
« Se la grande offensiva della Germania e dell'Austria contro l'Italia — diceva la rivista — ha sorpreso il pubblico inglese, non è detto affatto con ciò che essa abbia sorpreso anche gli uomini di Stato dell'Intesa o addirittura i loro esperti in materia militare. Già dall'offensiva tedesca in Romania era chiaro che il prossimo sforzo militare della Germania sarebbe avvenuto al fronte italiano. Durante l'inverno del 1916 i circoli militari italiani discussero apertamente questa eventualità. Si trattava e-videntemente della logica applicazione del piano strategico della Germania, che si è sempre ispirata al concetto realistico della necessità di colpire il nemico nel suo punto debole, mentre, purtroppo, gli alleati sono rimasti sempre fedeli alla vecchia massima militare, secondo cui noi si doveva continuare a colpire il nemico là dove egli era più forte e subire le conseguenze di ciò. Anche se non fosse sopravvenuta la rivoluz'one a disorganizzare l'esercito russo, tutti i critici militari italiani e persino il Comando supremo italiano erano convinti che la Germania avrebbe impiegato le sue riserve di uomini e di materiale per aiutare l'Austria a por riparo alla pericolosa situazione creata dall'avanzata italiana sull'Isonzo e dalla minaccia a centri così vitali come Trieste e Lubiana.
« E non è nemmeno un segreto il fatto che l'alto Comando italiano ha fatto ripetutamente delle pressioni presso gli Alleati allo scopo di indurli a prendere le misure occorrenti per prevenire il piano tedesco. Tutte le varie circostanze che potevano gettare un po' di luce su questo punto di vista vennero portate a conoscenza degli altri Comandi fin dall'epoca della conferenza interalleata di Parigi. Fu allora che si fecero i primi studi seri sulle comunicazioni ferroviarie fra l'Italia e la Francia per la
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