Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIACongresso delle nazionalità oppresse dall'Austria : nobile idea, che doveva però in seguito — data la duplicità e l'insaziabilità degli jugoslavi — rivelarsi nei suoi effetti pratici una grande illusione.
In quel convegno di delegati delle nazionalità oppresse fu stretto H cosidetto « Patto di Roma », la cui portata era stabilita ufficialmente in questi termini :
'.< I delegati che hanno risposto all'invito del Comitato italiano per l'accordo fra i popoli soggetti all'Austria-Un-gheria, czeco-slovacchi, polacchi, romeni e jugoslavi (serbi, croati e sloveni) insieme ai rappresentanti delle Nazioni alleate si sono radunati il giorno 8 aprile a Conferenza in Roma nel Campidoglio ed hanno formulato ad unanimità le dichiarazioni seguenti :
« La guerra non provocata, non voluta e nonpertanto dovuta subire dai popoli che oggi in tutto il mondo resistono alla prepotenza ed alla violenza dell'imperialismo aggressore, ha messo in ev'denza, più che nel passato, la profonda antitesi fra i disegni statali che esigono l'asservimento delle nazionalità alla politica di dominazione e di guerra e i bisogni dei popoli a costituirsi in libera unità nazionale e statale per essere arbitri pacifici dei propri destini. La libertà etnica e civile trionferà in questa lotta ovvero la dittatura imperiale, il regime che trova nella pace la garanzia del diritto o il regime cui è necessario, per imporre disegni egemonici, il ferreo sistema di prepotenza mil'tare o politica, perenne inquietudine interna e continua minaccia di guerra. Tutto il mondo è impegnato in questo duello, e non soltanto la sorte degli Stati ma la sorte della civiltà dipende dall'esito del conflitto.
« I popoli hanno il dovere di difendersi, con chiara coscienza del valore di questa guerra e delle conseguenze che essa porta con se : hanno il dovere di difendersi per salvaguardare il loro patrimonio di cultura ed i loro ideali di vita, per assicurare a se stessi le loro ricchezze e per potere disporre della propria organizzazione. Non la Nazione deve servire allo Stato, ma lo Stato deve essere lo strumento della Nazione, e solo in quanto tale giustifica i propri titoli di diritto.
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