Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAstesso, che vuol v'vere o sopravvivere nella immane lotta che l'Europa combatte attraverso tutti i suoi monti e tutti i suoi mari. Chi cade ogeri, è seppellito per sempre. Chi aspira a farsi seppellir vivo?
« Se l'Italia vuol segu:tare a vivere sul serio, bisogna che combatta questa sua ultima battaglia, ed abbia la coscienza del pericolo di morte che corre, se non combatte.
« Noi fummo ieri crudelmente sconfitti. Per risollevarci dalla sconfitta, abbiamo bisogno di centuplicare le energie della guerra. Abbiamo noi l'animo abbastanza alto e sereno per raggruppare tutte queste energie, e seguitare a lavorare, cioè a combattere per superare il nostro dolore e la sconfitta?
« Volfango Goethe era al lavoro, quando vennero ad annunciargli la morte del figlio maggiore. — « Oltre la morte, avanti!» — egli rispose al triste annuncio. E seguitò a lavorare.
« Se gli italiani vogliono comprendere, la lezione del tedesco potrà essere una buona lezione, per vincere sè stessi — e il nemico. »
E la voce animatrice di Gabriele d'Annunzio suonava :
« Quel che sia accaduto non ci giova chiedere, non ci vale sapere. Nella prima ora, alcuno di noi desiderò perdere la conoscenza di tutto piuttosto che condannarsi a conoscere la cosa orrenda. Il buio della disperazione era preferibile a quel lume sinistro. La disperata morte era preferibile al peso di quell'abominio.
« Ma il vero coraggio è, come l'alto dolore, una ferma potenza di comprendere. Il nostro dolore s'è fatto di ròcca, anzi di diamante. Non è del diamante la perspicuità indomabile? Essa è anche del nostro dolore e de! nostro coraggio, o uomini nuovi, o fratelli nel patto verace.
« Se vi fu onta, sarà lavata. Se vi fu infamia, sarà vendicata. Lo spirito già soffia sopra la massa infelice, e la suscita. »
E più oltre :
« . . . . Per chi cede, per chi fugge non v'è scampo.
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