Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

Pagina (203/237)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LA PATRIA VIOLATA
      « Dite ai vostri soldati che oggi soltanto ci sentiamo ciechi. Dite che vi è qualche cosa di peggio di morire : vi è il non poter rivendicare i propri sacrifici. Dite che attendiamo dal loro valore l'unica luce che ormai può brillare alla nostra esistenza, cioè la gioia di saper veramente nostro l'ultimo lembo di cielo che ci sorrise. »
      E da un gruppo di madri di ogni regione d'Italia, di soldati morti per la Patria, fu inviato ai combattenti il seguente appello :
      « A voi, soldati d'Italia, ci rivolgiamo, noi, madri di coloro che lasciarono la vita su quelle terre contese e oggi ancora invase. Noi, che sappiamo il più grande dolore, dell dolore della Patria angosciate, vi chiediamo di non ascoltare la voce di chi vi promette falsamente la pace. Questa voce è il tradimento. Questa voce è il disonore. Questa voce è la guerra che non ha fine, che lascia dietro di sè un più lungo martirio.
      « Noi, madri di soldati pei quali fu vita solo l'onore d'Italia, vogliamo che la medaglia dei nostri figli non sia simbolo di un individuale eroismo, ma del valore della Nazione.
      « E a voi confidiamo l'onore di questa Nazione; a voi confidiamo l'onore delle nostre creature, le cui tombe oggi sono calpestate dai nemici.
      « Vergogna a chi dimentica quei morti! Siate forti, soldati nostri; salvate le vostre terre, le vostre case, le vostre donne; salvate l'onore della Patria! Salvateci!
      e Noi che i figli offrimmo all'Italia senza lamento vano, guardiamo l'avvenire, pronte a tutti i sacrifici, e invochiamo da voi la continuazione di quelle azioni valorose che condussero l'esercito nostro alle porte di Trento e di Trieste. »
      All'esempio dei mutilati si aggiunse quello dei vecchi. Nei giornali di Reggio Emilia era infatti annunciato che Gaetano Bigi, veterano delle guerre d'ind'pendenza, che partecipò ai fatti d'arme di Bezzecca, di Mentana e combattè in Grecia, aveva domandato al Ministro della Guerra di essere arruolato come volontario. Un giornale bresciano riferì a sua volta la lettera con la quale l'operaio Cattaneo Giuseppe, di 52 anni, malgrado guada-
      — 203 —


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 22. La patria violata
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 234

   

Pagina (203/237)






Italia Patria Italia Patria Italia Nazione Nazione Patria Italia Trento Trieste Reggio Emilia Gaetano Bigi Bezzecca Mentana Grecia Ministro Guerra Cattaneo Giuseppe