Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAIn seconda linea: il 14° Corpo d'Armata (Sagra-moso) con le divisioni 25a e 30® e il 28° Corpo (Saporiti) con la 23a divisione e la divisione bersaglieri.
La 3a Armata (S. A. R. il Duca d Aosta), con i Corpi d'Armata 11° (divisioni 31a e 58a), 13° (divisioni 14° e 54a) e 24° (divisioni 6la, 28a e 45a), teneva le posizioni dell'altipiano carsico tra il Frigido e il mare, mentre in seconda linea stavano il 25° Corpo (divisioni 4a, 20a, 33a e 63a e il 30° (divisioni 16a e 21a).
Non computando i servizi e le truppe di retrovia, complessivamente la zona Carnica contava circa 90.000 uomini con 511 pezzi; la 2a Armata circa 650.000 uomini con 2430 pezzi; e la 3a Armata circa 300.000 uomini con 1196 pezzi. Erano a diéposizione del Comando Supremo nelle zone della 2a e 3a Armata circa 100.000 uomini.
Alla fine di agosto 1917 il Comando Supremo veniva nella determinazione di sospendere tutte le operazioni offensive in corso della 2a Armata e disponeva che il Comando di questa provvedesse a consolidare le posizioni raggiunte e a preparare un piano d'attacco inteso a far cadere tutto il blocco delle organizzazioni difensive nemiche nell'anfiteatro goriziano compreso il San Gabriele e il San Daniele, per preparare l'ulteriore avanzata della 3a Armata. Ma verso la metà di settembre le voci di un'offensiva nemica alla fronte Giulia, la situazione sulla fronte russa, la scarsità di complementi e di munizioni inducevano il Comando Supremo a rinunziare alle progettate operazioni offensive e a concentrare ogni attività nelle predisposizioni per la difesa ad oltranza.
Le informazioni pervenute nella seconda metà di settembre e nei primi giorni di ottobre lasciavano apparire come molto probabile un'offensiva in forze sulla fronte della 2a Armata col concorso di truppe germaniche. Il Comando della 2a Armata, il 9 ottobre, considerando che il nemico ammassava le sue forze sulla destra del 4° Corpo e sulla fronte del 27° nonché sulla fronte del 2° Corpo e sulla sinistra del 6°, attribuiva al nemico come programma massimo quello di sferrare l'attacco
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