Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAungarica raggiunge approssimativamente la linea Ovaro-Val Degano-Monte Pleros-Monte Peralba.
La giornata del 2 novembre segna ancora un rallentamento di raccolta delle forze nemiche.
Il Comando Supremo italiano dirama le direttive per la sosta al 1 agliamento : le nostre truppe attendono al rafforzamento della nuova linea e, mentre si dà opera al riordinamento dei reparti, prosegue lo sgombero oltre Piave degli sbandati e degli impedimento.
Il nemico affida ai Gruppi Krauss e Stein il compito di forzare il passaggio del Tagliamento a Cornino e a Pinzano per poi avanzare lungo le falde dei monti verso il Piave. Esso, che durante il giorno ha tentato in vari punti di gettare piccoli reparti sulla sponda destra del Tagliamento, dopo il tramonto dimostra maggiore attività in corrispondenza dei ponti interrotti di Cornino e di Pinzano.
Forzato durante la notte il Tagliamento a Cornino, il nemico estende nella giornata del 3 novembre la propria occupazione sulla riva destra, riuscendo a passare ancht di fronte a Valeriano e puntando su Clau-zetto e Travesio. Rimane perduto il contatto tra il 12° Corpo e il Corpo d'Armata speciale, il quale, ripiegando la propria sinistra, riesce a contenere il nemico sulla linea Valeriano-Madonna del Zucco-Paludea.
La minaccia grave che viene a crearsi per le truppe schierate sulle Prealpi Carniche, determina, a traverso qualche tergiversazione, l'ordine di ripiegamento della 63a e della 36a Divisione, le quali dovranno aprirsi uno sbocco al piano, attaccando il nemico sul fianco destro.
La 4a Armata inizia il ripiegamento sotto la protezione di retroguardie che mantengono le prime linee.
Il Comando Supremo provvede a far costituire con quattro brigate una prima occupazione della linea del Piave, dalla Priula al mare.
Nella giornata del 4 novembre prosegue la lotta per contenere il nemico nella zona di Pinzano.
Contro le truppe del Gruppo Stein e del Gruppo Krauss il Corpo d'Armata speciale combatte tenacemente per mantenere gli sbocchi del torrente Cesa e
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