Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA PATRIA VIOLATAA sera tutte le retroguardie raggiungono la linea Monticano-Livenza.
Nelle Prealpi Carniche il nemico occupa la stretta di Barcis e risale per la valle del Cellina; le nostre truppe ripiegano su Cimolais, mantenendo invece le posizioni della Clautana contro ripetuti attacchi nemici.
Il Gruppo Fasser supera la nostra resistenza al passo della Mauria e scende a Lorenzago, minacciando i reparti che si attardano nella conca di Tai; sul rimanente della fronte invece la 4a Armata ripiega ordinatamente, senza essere premuta dal nemico.
Si viene intanto imbastendo una prima occupazione delle posizioni del Grappa, sulle quali la 4a Armata dovrà schierarsi a ripiegamento ultimato.
A tutte le truppe il generale Cadorna dirama un vibrato ordine del giorno che conclude :
« Noi siamo inflessibilmente decisi : sulle nuove posizioni raggiunte, dal Piave allo Stelvio, si difende l'onore e la vita d'Italia. Sappia ogni combattente qual'è il grido e il comando che viéne dalla coscienza di tutto il popolo italiano : morire, non ripiegare. »
L'8 novembre il nemico prosegue l'avanzata nella pianura : oltrepassa la Livenza nella zona Motta di Li-venza-Chiarano e, procedendo a occidente di Sacile, avanza verso il Monticano.
La retroguardia generale della 2a e 3a Armata, la quale dovrebbe sostare fino a nuovo ordine sulla linea Monticano-Livenza, è costretta dal nemico a ripiegare l'ala destra sulla linea del Piavon. Viene perciò affrettato il passaggio dei grossi della 2a Armata sulla destra del fiume, mentre l'ala sinistra delle retroguardie deve mantenere il più a lungo possibile le posizioni tra Co-negliano e la vai Mareno per agevolare il ripiegamento della 4a Armata.
A sera viene ordinato il passaggio sulla destra del Piave a tutte le truppe della 2a e della 3a Armata, che ancora si trovano sulla sinistra del fiume.
Nella notte il generale Cadorna è sostituito nella carica di Capo di Stato Maggiore dell'esercito dal generale Diaz.
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