Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAIl 9 novembre continua il ripiegamento della 4a Armata. Il nemico, sboccando dal passo di Sant'Osvaldo, giunge presso Longarone e taglia la strada di Val Piave all'ultimo scaglione che ripiega pel fondo valle, obbligandolo, dopo viva lotta, a cercare uno scampo fra i monti.
Durante la notte il Corpo d'Armata speciale e la retroguardia generale della 2a e della 3a Armata hanno iniziato il passaggio del Piave, debolmente premuti dal nemico.
Verso le ore 12 il passaggio sulla destra del Piave è quasi ultimato e i ponti vengono interrotti, ad eccezione di quelli della Priula, per i quali si attende ancora il transito di alcuni piccoli reparti rimasti sulla destra del fiume; passati anche questi, nel pomeriggio anche i ponti della Priula vengono fatti saltare.
Coi passaggio della massa del nostro esercito sulla destra del Piave, la grande offensiva austro-germanica sulla fronte Giulia può dirsi arrestata.
L'esercito italiano, riuscito a ritirarsi in condizioni ancora vitali sulle nuove linee, aveva tuttavia subito, per effetto dell'offensiva austro-germanica, perdite gravissime che si possono valutare a 10.000 morti, 30.000 feriti e 265.000 prigionieri, oltre a 350.000 sbandati e disertori all'interno. Ed a tali cifre aggiungendo i malati, i ricoverati nei luoghi di cura e le perdite incontrate nei primi giorni dopo la ritirata sulla destra del Piave, si può ritenere che in un mese, dal 20 ottobre al 20 novembre 1917, l'esercito mobilitato avesse subito una diminuzione di effettivi di circa 800 mila uomini.
Gravissime anche le perdite di materiali e di approvvigionamenti di ogni specie : tra i materiali, particolarmente sensibili le perdite di bocche da fuoco (3152 pezzi d'artiglieria e 1732 bombarde) e di armi portatili (300.000 fucili — oltre a quelli dei prigionieri e degli sbandati — 3000 mitragliatrici e 2000 pistole mitragliatrici).
Il volume conclude nella terza parte mettendo in giusta luce la magnifica prontezza con cui il Paese, mentre le forze dell'esercito si riorganizzavano sotto la gui-
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