Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAva. Gli storici e i tecnici, che non vorranno essere partigiani, suderanno molto sulle carte prima di stabilire se fu conveniente, oppure no, applicare concetti napoleonici al movimento di un esercito moderno, battuto su posizioni che teneva da lunghi mesi inamovibilmente. Una verità comunque salta agli occhi di chi voglia giudicare le cose con imparzialità; e cioè che alla manovra nemica ci siamo sottratti con la rapidità della ritirata.
<( Fissatici quindi alla linea del Piave, con l'ala sinistra e il centro alle pendici delle Prealpi venete, il piano degli Imperiali è entrato nel secondo tempo. Vediamo la manovra offensiva mirare a questi obiettivi : battere in battaglia gli eserciti alleati e costringerli a ritirarsi; disimpegnare la grande massa dalla zona montuosa e portarla a svernare nella zona pianeggiante. A questo punto si nota una fase di arresto dovuta non solo alla difficoltà per il nemico di far avanzare i mezzi pesanti, ma anche, e più specialmente, alla necessità di allargare il concetto strategico della manovra primitiva e quindi di far gravitare le forze verso occidente, nei punti più sensibili nel nuovo schieramento italiano.
« Far gravitare le forze verso occidente voleva dire allinearle sulla montagna. E questo è avvenuto nel mese di novembre e nella prima quindicina di dicembre : cioè sino a portare in definitiva, la massa d'urto (14a ancata mista von Below) e alcune divisioni dell'ala destra di Boroevic (2a armata dell'Isonzo Lukas) a rinforzare le scarse forze che già presidiavano il Cadore e la- Carnia ed erano discese al nuovo fronte dagli affluenti del Tagliamelo e dall'alto bacino del Piave.
« Compiutosi il nuovo raggruppamento è evidente che ^avversario ha tentato di trarre tutti i vantaggi possibili dal fatto di trovarsi con il grosso delle sue forze appunto sul centro, là dove invece perdurava la crisi di assestamento delle unità italiane ritiratesi dal nord. Il risultato complessivo più ricco di felici conseguenze della nostra difesa risiede nell'aver saputo eliminare detta crisi con la massima sveltezza, quanto dire in poche settimane, e nell'avere permesso che i rinforzi alleati trovassero campo di venire a schierarsi a fianco delle nostre
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