Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA RESISTENZA SUPREMAarmate. Di modo che gl'Imperiali, giunti, lungo tutta la zona montuosa, davanti ad una linea di resistenza priva di ogni benché minima soluzione di continuità, e visto d'altra parte che le organizzazioni del Piave presentavano un aspetto di solidità contro cui si smussavano parecchi tentativi di sfondamento, venivano a trovarsi nella condizione di rinunziare ai propositi strategici generali e di immediata realizzazione della manovra. Agli urti simultanei di grandi masse succedeva una sequela di azioni a spallate di estrema violenza le quali, pur mantenendosi con le proprie direttrici rivolte agli sbocchi delle valli, e quindi alla pianura, rivestivano i caratteri della tattica definita dai critici militari inglesi dei limited objec-tives. L'avversario — concludeva l'Alessi — mostrava in tal guisa di tendere a due scopi, non ancora raggiunti a malgrado della moltissima gente lasciata sul terreno : 1° crearsi una posizione difensivamente molto solida contro una nostra eventuale ripresa offensiva; 2° guadagnare il dominio assoluto dell' estremo bordo montano al fine di poter riprenderRussia oramai gli permettono ampiamente ».
La previsione era giusta : e i fatti lo hanno dimostrato. Intanto però l'organo ufficiale della Cancelleria germanica, la Norddeutsche Allgemeine Zeitung, aveva dato fin dal principio di dicembre l'annunzio che ogni proposito di offensiva a fondo era rimandato. Le operazioni continuarono ancora, ma presto illanguidirono di fronte all'incrollabile resistenza delle truppe italiane.
« Ci si può domandare — diceva il giornale — perchè noi abbiamo arrestato la nostra offensiva alla linea del Piave; senza penetrare oltre nella pianura veneta e .guadagnare ad esempio la linea del Brenta. In proposito occorre stabilire chiaramente che « la decisione in Italia è stata da tempo raggiunta ». Con lo sfondamento di Plezzo e Tolmino e con l'avvolgimento del fronte al-
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