Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIApino la potenzialità e la fiducia italiana erano già scosse; con l'avanzata senza tregua delle nostre armate nel Friuli e nelle Dolomiti, con la cattura di gran numero di prigionieri e di cannoni, la efficenza combattiva di questo avversario era già profondamente logorata; col procedere vittorioso sul Piave, sul Brenta e Feltre la forza combattiva dell'Italia era per due terzi annullata, la sua volontà di vincere spezzata e sopratutto la nostra fronte di attacco ridotta a due quinti.
« Di fronte a queste considerazioni di ordine militare, ve ne sono altre che provano chiaramente che l'Italia, come avversario, non possa essere ulteriormente presa in considerazione. Ognuno può comprendere quali danni economici noi le abbiamo recato col portare la guerra entro i suoi confini. Sono tali che il Paese difficilmente potrà sopportarli. Ma fattore ancora più importante sono le innumerevoli schiere di cittadini fuggiaschi che hanno invaso tutto il Paese e che impongono allo Stato l'obbligo non solo di mantenerli — ciò che non è facile per chi a stento riesce a provvedere ai bisogni dell'esercito e del paese — ma anche di ricoverarli.
« Le conseguenze politiche di queste circostanze — che naturalmente esercitano sul morale della popolazione una influenza estremamente sfavorevole — si mostreranno più tardi.
« Senza dubbio il proseguimento delle operazioni in pianura sarebbe facile per il comando tedesco, ma, in considerazione dell'inverno che si avanza, ci si può domandare se esso sia necessario. La situazione generale strategica non è influenzata dal fatto che gl'italiani si fermino sul Piave piuttosto che sul Brenta e che la battaglia passi su questa o su quella linea alla guerra di posizione. Una volta o l'altra ciò deve succedere, perchè per l'esito della guerra non ha importanza di spingere l'esercito italiano da fiume in fiume verso occidente, quando «.la decisione è già avvenuta ».
« La posizione^ attuale degl'italiani è difensivamente sfavorevole e offensivamente senza alcuna speranza. Dalle posizioni attualmente raggiunte non possono neppure lontanamente pensare ad un'offensiva in grande
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