Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA RESISTENZA SUPREMAstile. La parte principale della fronte è attualmente il Piave, cioè un eccellente ostacolo, sulla cui riva le nostre truppe hanno potuto costruire ottime difese. Quanto ad un attacco italiano sui monti fra Brenta e Piave, se pure esso riuscisse, mancherebbe sempre di ogni risultato strategico perchè il nemico si addentrerebbe sempre più nei monti e le sue retrovie in pianura rimarrebbero esposte agli attacchi delle nostre truppe.
« Noi apprezziamo il valore del possesso della pianura fra il Piave e l'Adige, per ragioni morali ed economiche, ma strategicamente essa ha attualmente scarsa importanza. E siccome la linea del Piave è più sfavorevole agl'italiani di quella del Brenta e di ogni altra a occidente, così dobbiamo rinunziare per ora a Venezia.
« Dobbiamo stabilir bene che la decisione della guerra, ora che l'Italia è militarmente sfasciata, avrà luogo sulla fronte occidentale.
« È inutile sprecare tempo e forze in Italia per una impresa che al momento opportuno ci sarà possibile senza grandi sacrifìci ».
Questo articolo è un esempio tipico della presuntuosa albagia e dell'incapacità d'ogni giusto apprezzamento delle cose altrui, che caratterizzarono e demolirono la Germania imperiale.
Comunque, sia che la notizia fosse pubblicata per soddisfare l'opinione pubblica tedesca o per addormentare la nostra, sta il fatto che il proposito non immediato, ma indeclinabile del grande colj5o offensivo c'era e doveva maturare alcuni mesi più tardi.
In Italia non si ebbero dubbi in proposito. Si sapeva di dover resistere ad un altro grande urto nemico. L'esercito si preparava con animo altissimo; il popolo attendeva con fede sicura.
Tutti i cuori erano volti alle terre invase : ed al principio di maggio il capo dello Stato Maggiore, generale Diaz, diresse all'esercito quest'ordine del giorno per portare a sua conoscenza il martirio di quelle regioni :
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