Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAquanto basta a lumeggiare l'importanza dello scacco subito dal nemico nella giornata di ieri.
      « L'avversario si proponeva di impadronirsi della Cima di Cady, a nord, e di riconquistare la dorsale del Monticello a sud, allo scopo di forzare le difese di Sella del Tonale e di irrompere in Val Camonica. L'obiettivo della prima giornata doveva essere Ponte di Legno. Tutte le precauzioni erano state adottate per sorprenderci e per trarre il massimo vantaggio possibile dalla sorpresa. Le fanterie vennero trasportate con autocarri all'ultimo momento.
      « La preparazione di artiglieria fu compiuta in tre fasi distinte, mediante violentissimo concentramento eseguito rispettivamente nelle prime ore e nel pomeriggio del giorno 12 e all'alba del 13. Subito dopo quest'ultima azione di fuoco, una intera divisione, ripartita in numerose colonne, snodate alla loro volta in nuclei, secondo la nuovissima tattica di assalto germanica, si lanciava all'attacco sulle pendici della Cima di Cady, tenute da una catena di nostri piccoli posti, e sulla dorsale di Monticello, contro la nostra occupazione avanzata diQuota 2545.
      « La formazione rada non protesse gli assalitori dagli effetti del nostro fuoco di sbarramento. Sulle pendici di Cima di Cady l'impeto dei nuclei di assalto si ruppe quasi dovunque, sotto la tempesta degli shrapnels. Solo in tre piccoli posti nostri, avanzati ed isolati, elementi nemici riuscirono a porre piede. Tutte le altre colonne avversarie vennero messe in fuga con fortissime perdite, mentre perdite non meno gravi subirono, per effetto del fuoco di interdizione, i rincalzi ammassati alle falde della Punta d'Albiolo. Pronti contrattacchi ricacciavano il nemico dai tre posti occupati e gli prendevano anche 130 prigionieri e parecchie mitragliatrici.
      « Sulla destra di Monticello, il primo attacco alla posizione avanzata di Quota 2545 veniva ributtato col fuoco, ma successivamente, minacciato dappresso da un nuovo e più violento attacco, condotto con forze soverchiane, il nostro piccolo presidio, avendo avute distrutte le sue mitragliatrici dal tiro avversario, ripiegava ordina-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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