Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      — aveva creduto di poter fondare qualche suo calcolo sulla sorpresa, si era molto ingannato. Si sapeva in modo sicuro e preciso che la sua offensiva sarebbe scattata con violenza e ampiezza senza precedenti nella sua guerra, dalla Val d'Adige al mare, stanotte alle tre. E per quell'ora tutte le nostre armate schierate su quella fronte erano preparate alla grandiosa battaglia, alla prova che è certo la più grave fra tutte quelle che l'esercito d'Italia si sia trovato mai a sostenere in questi tre anni di guerra.
      « Preparata sotto ogni riguardo : materialmente, moralmente, spiritualmente. Dalle tre di stanotte lo stanno dimostrando. Tutto si sapeva anche l'orgoglioso programma che il Comando austriaco ha annunziato alle sue truppe per presentare ad esse un miraggio che ne scuotesse le diffuse esitazioni : primo giorno dell'azione, 15 chilometri d'avanzata; secondo giorno, continuazione della marcia vittoriosa; terzo giorno, raggiungimento di una grande città del Veneto. Naturalmente lungo tutta questa via di vittoria, la più larga libertà di bottino. Poi, a breve scadenza, la pace.
      « Insieme con questa preparazione morale del suo esercito, il Comando nemico aveva anche e sopra tutto provveduto ad una preparazione materiale che calcolava schiacciante. Questa volta l'austriaco aveva voluto fare il tedesco sul serio, e si era messo con ogni suo sforzo a colossalizzarsi. La sua offensiva doveva essere qualche cosa di estremamente terrorizzante, così per le masse di artiglieria, come per l'uso dei gas più micidiali, senza contare le valanghe di uomini da rotolare giù dai monti e da lanciare attraverso il Piave. Qualche cosa di tremendamente travolgente, cui tutto, per la strapotenza dei mezzi impiegati e per la rapidità dell'esecuzione, dovesse cedere, e da cui anche ogni ultima resistenza di questa invincibile anima italiana rinata più fiera dal suo dolore, dovesse finalmente essere fiaccata. 1 fatti diranno se questo suo piano non sia incorso in qualche errore di calcolo. Lo diranno i risultati della lotta che dalla Val d'Adige al mare agita le sue fluttuazioni gigantesche nei luoghi stessi dove fino a stanotte covava il suo furore.
      « I nostri soldati conoscevano questo bieco sogno di
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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