Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA RESISTENZA SUPREMAodio del nemico, sapevano che cosa il Comando austriaco avesse preparato per tradurlo in realtà. Ma non uno dubitava di sè stesso e della sua vittoriosa resistenza, qualunque dovesse essere il sacrificio. Mai il soldato italiano ha avuto una più superba bellezza morale, che in questa attesa cosciente : e così in quella degli scorsi giorni come in quella delle ultime ore che lo separavano dalla gran prova. Chi gli è stato accanto in quelle ore sacre ne serba la più fiera gioia che sia concessa ad una anima di portare con sè.
« E la prova è stata e continua ad essere veramente la più terribile che potesse essere immaginata. Le ore dopo la mezzanotte sono trassorse in un silenzio sempre più fosco e torbido. Nelle tenebre non viveva che la tremula ansietà dei telegrafi ottici parlantisi da monte a monte. Non si udiva che il battere cadenzato dei ferri dei muli pei sentieri montani e il fresco scrosciare dei torrentelli piovani nei crepacci della roccia. Sono passate le due. E l'ultima ora è passata non lenta, ma stranamente rapida, come accelerata dall'impazienza dei cuori. Le tre sono scoccate. Per un attimo il silenzio è sembrato anche più fondo. D'improvviso, un cupo mugolio, qualche cosa come un rimbombare di lontana valanga, come un brontolio sordo di una tempesta che si avvicini, ha ondeggiato in quel mistero. Lontanissimo dapprima, si è avvicinato con violenta rapidità. Ed in pochi istanti un fragore infernale, un divampare mostruoso.
« Le montagne parevano crollare squassate da un cataclisma, le valli ululavano, il cielo non era che uno sconfinato continuo schianto di mille e mille folgori. Tutta l'artiglieria austriaca fulminava dalla Val d'Adige alla marina.
« Ma non essa sola. Tutti i nostri cannoni erano rimasti in attesa del primo tuonare di quella tempesta come di un segnale. E tutti insieme anch'essi tuonavano con contrapposto furore, tempestando le artiglierie del nemico, le sue trincee, le sue retrovie. Una notte che non si descrive, vissuta come nello stordimento di una fosca ebrietà... ».
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Comando Val Adige
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