Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA RESISTENZA SUPREMA
      « In complesso tra Brenta e Piave sono stati catturati 959 prigionieri.
      « A sud del Montello il nemico, che era riuscito a passare il Piave con forze notevoli, viene gradatamente respinto verso il fiume.
      « Anche più fulminea ha potuto essere la nostra reazione sul basso Piave. Le truppe nemiche, che avevano passato il fiume in più punti fra Candelù e l'ansa di Zen-son e nella regione di San Dona, sono state immediatamente contenute e successivamente contrattaccate e ricacciate sulla riva. 1545 prigionieri, fra i quali un colonnello, due maggiori e altri 42 ufficiali, sono rimasti nelle mani dei valorosi riparti della III Armata.
      « Così, in totale, non meno di 3000 prigionieri, dei quali 89 ufficiali sono stati presi da noi e dai contingenti alleati in questa prima giornata di lotta, che doveva segnare l'inizio di un successo clamoroso per il nemico e che si è risolta in un suo grave insuccesso, che è stata singolarmente dura per noi e che sarà probabilmente seguita da altre prove anche più aspre, ma che ci dà la certezza della nostra rinsaldata resistenza morale e la sicura fede nelle future sorti della Patria ».
      Ecco in qual modo Rino Alessi tracciava alla sera del 16 le linee della gigantesca battaglia :
      « Dopo trentasei ore di cozzi furibondi, di ondate sempre rinnovantisi, di oscillazioni vertiginose, di nuovi bombardamenti parziali contro i capisaldi della nostra resistenza, i tre eserciti austro-ungarici al comando di Schenchenstuel, di Enriquez, e di Wurm-Wenzel, sotto la direzione strategica di Conrad e di Kvichbach, preparati e disciplinati dal feld-maresciallo Boroevic, la più alta ed ammirata personalità della duplice monarchia, non riescono a districarsi dal solido laberlxito della più avanzata sistemazione difensiva costruita dall'esercito italiano fra il bordo meridionale dei Sette Comuni e le paludi del Sile. Il piano avversario rimane fermo alle intenzioni. Le unità che prime dovevano passare dall'attacco frontale alla marcia in colonne attraverso le strade che conducono a Bassano, a Treviso, a Mestre, sono in
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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