Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAparte ributtate sulle trincee di partenza, in parte serrate da presso a poche centinaia di metri dal terreno della irruzione iniziale, in parte contenute e contrattaccate con sovrumano vigore.
      « Percorrendo le retrovie si respira una atmosfera di vittoria e di sicurezza che commuove. I nostri battaglioni lasciano gli accampamenti cantando. Sanno di andare incontro ad una battaglia favolosa, ma sanno anche che l'esercito italiano è impegnato per la vita o per la morte dell Italia contro tutte le forze di un impero tirannico il quale ancora una volta ha sperato e spera di entrare più profondamente in casa nostra. Ogni soldato che ho potuto vedere in modo distinto nel tumulto ordinato delle anime e delle cose che si proiettano verso i settori dove la mischia infuria frenetica, reca sul viso il segno della propria maturità morale. Si ha l'impressione di essere tornati ai primi giorni della guerra o, meglio, alla settimana di Gorizia.
      « Le colonne volteggiano per le strade senza ingolfarsi negli incontri. Lunghe teorie di camions s'inseguono cariche di fanti dal volto bronzeo per la vita di trincea che dura da anni. Più lente passano le batterie appena uscite dalle officine, portate verso le linee del fuoco con ogni più strano e moderno mezzo di traino. Gli ordini partono veloci e sicuri dai comandi dove non si accostano che uomini calmi e sereni nell'adempimento del loro compito gravissimo.
      « Potevamo intuire per mille segni che i soldati di ogni arma avrebbero risposto degnamente al supremo appello loro rivolto alla vigilia di questa battaglia senza Drecedenti sul nostro fronte; ora abbiamo la certezza. Non un solo reparto ha piegato ad un momentaneo stato morboso dello spirito. Ovunque ha regnato e regna quella padronanza di nervi che permette al Comando Supremo di guardare in faccia la situazione con giustificata fiducia.
      « La enorme ampiezza del fronte attaccato la mat-, tina del 15 dai tre eserciti avversari, attesta indirettamente della gigantesca massa accumulata da Boroevic per discendere e penetrare nel cuore del Veneto, Se non
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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