Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA RESISTENZA SUPREMAconoscessimo il grado d'intensità degli assalti sferrati fino dieci volte consecutive nel volgere di poche ore, tanto sull'Altipiano di Asiago, quanto intorno al Grappa, sul Montello e sul Piave, saremmo indotti a credere in un errore strategico del nemico, il quale avrebbe disperso le proprie forze anziché addensarle sulle direttrici principali della manovra. Viceversa abbiamo visto i settori di montagna come quelli di pianura giungere al grado di massima saturazione, le unità succedersi alle unità e tentare di straripare da tutte le direzioni, sorrette alle spalle da migliaia di bocche da fuoco di ogni calibro che battevano pure il terreno della immediata retrovia, da Schio a Bassano, da Treviso ai paesi dell'estuario veneziano.
« La vastità dei settori attaccati, i quali nell'insieme superano uno sviluppo in linea d'aria di 120 km., doveva, secondo l'oramai chiaro intendimento di Boroevic, aumentare la superiorità numerica dei difensori in ogni punto e obbligare le loro riserve a un discentramento piuttosto imbarazzante. 11 nemico sbagliava il proprio calcolo sulla resistenza delle nostre forze di copertura che s'imaginava debole, inefficace, mentre è stata e continua ad esser ovunque magnifica, per non dire invulnerabile.
« Dagli ordini di operazione caduti in nostre mani risulta che ancora una volta, la terza, Conrad si riteneva siculo di sloggiarci dall'altipiano di Asiago. Egli aveva detto ai suoi generali, con una raffigurazione teorica assai cara alla sua eloquenza soldatesca : « La posizione degl'italiani sull'acrocoro dei Sette Comuni può paragonarsi a quella del naufrago attaccato con le mani alla sponda di una barca; basta recidere le mani con un colpo di accetta per sentirsi liberi dal peso che imbarazza la nostra rotta vittoriosa ». Il colpo di accetta ha fallito.
« In questi ultimi mesi l'altipiano di Asiago, che per la sua struttura sopra i mille metri si presta all'impiego di masse poderose come la pianura, si era trasformato in un grande cantiere, dove le migliori truppe da montagna lavoravano giorno e notte a costruire nuove arterie di comunicazione con Trento e la Val Sugana e si adde-
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