Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA RESISTENZA SUPREMAriuscite solo in due punti della fronte a compiere progressi minimi rispetto a quelli loro assegnati per la prima giornata. E tuttavia non erano mancati gli incitamenti e gli incoraggiamenti. Da documenti e da deposizioni di prigionieri risulta in modo indubbio che il Comando nemico ha lanciato le sue truppe all'offensiva col miraggio del bottino. Un ordine del giorno del colonnello Mette-regger al 3° reggimento di fanteria spiega che, anzi tutto, si tratta di travolgere al più presto la zona di combattimento munita dal nemico, per passare dai disagi dell'interminabile guerra di posizione ad una libera guerra di movimento che « ci porterà in un paese ricco in mezzo ai cumuli di rifornimento dell'esercito nemico ».
      « L'ordine N. 2634 del Comando della I. R. Armata dell'Isonzo in data 28 aprile descrive la formazione di ogni battaglione e di un reparto di requisizione composto di competenti, al comando di ufficiali energici, allo scopo di rendere possibile che in una guerra di movimento si possa vivere razionalmente delle risorse del paese e per impedire la distruzione dei preziosi materiali. La Germania, che ha largamente fornito l'esercito austroungarico di cannoni, di bombarde e di materiale di ogni sorta, stando alle deposizioni dei prigionieri, si è fatta rappresentare sulla nostra fronte da un battaglione di requisizione incaricato evidentemente di assicurare una parte del bottino anche ai tedeschi.
      « Accanto a questi preparativi di requisizione collettiva, ve ne sono altri di saccheggio personale.
      « A questo furore di successi e di bottino l'esercito nostro oppone una resistenza magnifica e i contingenti degli alleati gareggiano di bravura con esso. Gli attacchi avversari senza tregua rinnovati attraverso il Piave o sono infranti o contenuti con violenta reazione da far pagare a terribile prezzo ogni più lieve progresso. Nuove forze austro-ungariche sono gettate di continuo a consumarsi nella battaglia. Il logoramento del nemico è la condizione essenziale della nostra vittoria ».
      Esaminando quelli che potevano essere considerati i fulcri della battaglia, Rino Alessi constatava che nella
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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