Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAgiornata del 16, nonostante le pessime condizioni del cielo mantenutosi basso e piovoso su tutto il fronte della sanguinosa battaglia, le nostre armate dell'Altipiano e del Grappa avevano proseguito nei contrattacchi riuscendo a schiacciare i residui delle 20 divisioni austro-ungariche sferrate frontalmente contro la prima cintura della nostra sistemazione di resistenza.
Gli elementi avanzati ed i capisaldi in mezzo ai quali il nemico aveva potuto dilagare, cercando di irrompere in forze sulle rotabili principali che scendono alla pianura, erano tornati in nostro saldo possesso. La reazione controffensiva immediata, già predisposta dai comandi sulla base delle notizie, raccolte con fulmineo e preciso intuito dagli uffici di informazioni, aveva incontrato il massimo ausilio non solo nel valore, ma nella intelligenza di quei riparti che pur trovandosi avvolti per parecchie ore dalla linea più forte di schieramento, avevano saputo resistere di propria iniziativa e minacciare le infiltrazioni avversarie di fianco ed alle reni.
11 meccanismo della difesa elastica, che se è difficile in rasa campagna, nelle zone montagnose per la complicata natura del terreno diventa difficilissimo, aveva funzionato in modo perfetto. Lungo i settori compresi fra la Valdassa ed il Tomba che misurano un ampiezza complessiva di oltre 40 Km. in linea d'aria, la poderosa armata di Schenchenstuel era ormai ferma, inchiodata o-vunque nelle trincee di partenza, avendo lasciato sul terreno non meno di un terzo della massa d'urto. « Per riprendere la marcia in avanti colle proprie riserve — ng-tava^rAlessi — dovrà ricominciare la battaglia dalle stesse zone di irruzione scelte la mattina del 15 ».
All'inizio del terzo giorno della lotta senza tregua, il progresso territoriale compiuto dal nemico nel piano di maggiore penetrazione non superava i 4 Km. 1 carreggi e le artiglierie dell'armata dell'arciduca rimanevano tuttora sulla sponda sinistra in attesa della costruzione dei ponti che i cannoni italiani ostacolavano con fuochi di interdizione e di disturbo. Dal villaggio di Sant'Andrea agli argini che corrono le rovine di Fossalta, e cioè per una lunghezza di oltre 30 Km., le fanterie ita-
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