Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA RESISTENZA SUPREMA
      « Quattordici velivoli nemici vennero abbattuti.
      « Su tutta la fronte, i palloni osservatori hanno dato utilissima e coraggiosa cooperazione.
      « Sull'altipiano di Asiago, riparti francesi, con riuscita sorpresa, tolsero al nemico le posizioni di Bertigo e Pen-nar, catturando 102 prigionieri. Truppe nostre completarono la riconquista del Monte Costalunga, facendovi un altro centinaio di prigionieri.
      « Attacchi nemici al Monte Corno vennero respinti. ))
      E nello stesso giorno la Stefani pubblicava un comunicato ufficiale coi seguenti particolari della situazione :
      « Nel settore montano della fronte di battaglia la sosta è continuata da parte del nemico anche durante la giornata di ieri. Questa sosta non era nelle sue intenzioni. Si è potuto accertare che l'avversario ha dovuto procedere" al cambio di tutte le divisioni che aveva lanciato all'assalto la mattina del 15 giugno, in seguito alle perdite subite sia per il cieco furore dei suoi attacchi, sia per il nostro fuoco di contropreparazione e per la vigoria delle azioni controffensive subito intraprese. E al cambio e al rinsanguamene delle sue divisioni il nemico ha dovuto provvedere anche nella regione del Grappa. Anche qui, come si è già accennato e come ogni giorno vien più confermato e precisato dalle informazioni che si raccolgono, le perdite del nemico sono state gravissime. La sosta è dovuta pure alla necessità di riaccumulare l'immensa quantità di munizioni necessaria per riprendere l'azione offensiva. Ma è probabile che la sosta sia temporanea. È logico attendersi che ultimati i preparativi il feld-maresciallo Conrad rinnovi il suo sforzo contro le nostre linee di Asiago e del Grappa, in armonia con l'azione che vengono svolgendo dal Montello al mare l'arciduca Giuseppe, il colonnello generale Wurm.
      « Qui la lotta non ha soste. Sul Montello, per la nostra controazione e forse anche per le difficoltà delle comunicazioni attraverso il fiume, il nemico concentra le proprie forze più in una difesa attiva che in un tentativo di proseguire la propria offensiva. Attacchi e contrattacchi continuano invece ad alternarsi con una furia che non ha tregua, con una violenza che sempre cresce,


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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