Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAlungo il basso Piave. Il nemico senza possa attanagliato dalle nostre controffensive dirette a ridurre a poco a poco la zona della riva destra nelle quali è riuscito a porre piede, cerca senza posa di svincolarsi sferrando a sua volta contrattacchi violentissimi nei quali getta sempre nuove riserve.
« Così nella serata di ieri, mentre una nostra azione convergente riguadagnava terreno, raccoglieva prigionieri e bottino nella zona di San Dona; più a nord il nemico assaliva a cavallo della strada Ponte di Piave-Treviso, con grosse forze il cui nerbo era costituito della 29a divisione, una delle migliori del suo esercito, composta quasi esclusivamente di tedeschi. Obiettivo : sfondare le nostre linee fra S. Biagio di Callalta e Monastier e puntare su Treviso. La magnifica resistenza della nostra 25a divisione che da 5 giorni regge impavida all'urto continuo di forze quadruple, mandava a vuoto il tentativo condotto con una decisione disperata, come tutti gli assalti nemici di questi giorni.
« Poiché sia la fede nella vittoria e nella pace, sia il miraggio di un grosso bottino di vettovaglie, hanno triplicato l'impeto delle fanterie austro-ungariche; se qualche colonna di prigionieri passando per le nostre retrovie si abbandona a curiose dimostrazioni di simpatia per noi, ciò è dovuto unicamente al desiderio di propiziarsi un buon trattamento materiale e di strappare qualche soccorso alla bontà dei soldati e delle popolazioni nostre, perchè fino al momento della cattura tutti i soldati austro-ungarici si sono battuti con ferrea tenacia. In qualche punto trasportati dal loro impeto, grossi reparti avversari hanno superato le nostre linee avanzate : atti di vero ardimento, benché abbiano avuto immancabilmente come risultato la distruzione e la cattura dei nuclei che l'avevano compiuto. Anche in questi episodi insomma, anche nelle azioni tattiche condotte con la più grande determinazione e con metodi ultimissimi dell'arte germanica, in formazione a cuneo in cui uomini dei reparti d'assalto s'alternano con fanti specializzati nel lancio delle granate a mano, nel tiro col fucile e nella scherma di bajonetta e con nuclei di mitragliatrici
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