Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA RESISTENZA SUPREMAdai contingenti alleati sull altipiano di Asiago e nella regione del Grappa, era stato addossato al Piave nella zona del Montello e fra Candelù e Capo Sile, mercè la strenua tenacia e l'irruente impeto delle truppe nostre. Le armate dell'Arciduca Giuseppe e del colonnello generale Von Wurm, costrette dai contrattacchi delle nostre fanterie entro una striscia angusta di terreno, dove erano falciate e schiacciate da un continuo fuoco, dove i rifornimenti erano più che precari, perchè i ponti e le passerelle tesi attraverso il Piave erano di continuo spezzati dal tiro preciso delle nostre batterie e degli aeroplani, erano ormai ridotte alla impotenza, erano ormai vinte.
      « Ma la loro sconfìtta, come quella delle truppe di Conrad, riceve un'impronta di evidenza materiale, si può dire, dal precipitoso ripiegamento oltre il Piave.
      « L'avversario, come si può argomentare da un suo bollettino di sapore meteorologico, in cui si parla di Piave in piena, cercherà di attribuire alla sua ritirata un carattere di decisione spontanea. Per la verità il Piave, nel momento della ritirata, era in magra, e a questo fatto sopra tutto deve il nemico l'aver potuto riportare oltre il fiume una buona parte delle sue truppe. Poiché, se i guadi gli fossero mancati, se avesse dovuto contare soltanto sui ponti e le passerelle, penosamente rabberciati sotto il nostro fuoco, le sue perdite sarebbero state anche più spaventose di quelle che ha subito.
      « La ritirata oltre il Piave è la conseguenza diretta, il corollario naturale, la conclusione ferrea della battaglia che nqi abbiamo dato al nemico in risposta alla sua offensiva : battaglia d'arresto prima, con la contropreparazione d'artiglieria e con la resistenza sulla prima fascia di trincee, resistenza attiva fatta di contrattacchi; battaglia controffensiva più tardi, quando i progressi compiuti dall'avversario sul Montello e lungo il Piave, l'affermarsi sulla destra del fiume di una ventina delle sue divisioni e lo spostamento in avanti delle sue artiglierie ci consigliarono di opporgli azioni in massa, preparate da concentramenti di fuoco di estrema violenza ed intensità.
      « Sconfitto in montagna e in pianura, dissanguato da — 61 —


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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