Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA RESISTENZA SUPREMAbloccate fra la nostra spinta controffensiva e il fiume tempestato dai nostri fuochi di sbarramento. Le loro perdite erano enormi, perchè il territorio occupato si trovava interamente sotto il tiro di quasi tutte le nostre armi. .Molte unità hanno lasciato due terzi del loro effettivo sul terreno. L'artiglieria italiana sfasciava continuamente i ponti e le passerelle, e il fiume in piena per alcune ore ha devastato tutto sul suo corso. I rifornimenti nemici eran perciò irregolarissimi, deficienti e le truppe soffrivano spesso la fame e fronteggiavano allarmanti penurie di munizioni. Gli austriaci, partiti all'offensiva con disegni vastissimi, avevano finito per creare due teste di ponte che non avevano modo di nutrire. Non potendo andare avanti, non potendo restar fermi, dovevano tornare indietro.
      « Un'altra ragione consigliava la ritirata nemica, ed è che, essendo mancata completamente l'offensiva, sul Piave si era rovesciata la situazione. La nostra reazione aggressiva aveva finito per far di noi gli attaccanti e del nemico paralizzato il difensore. Difendersi in quelle condizioni era costoso e difficile, e gli austriaci hanno ricercato al di là del Piave le uniche logiche posizioni difensive che possano permettere un risparmio di uomini. Dovendo rinunziare all'invasione dal Piave, gli austriaci vogliono spogliare probabilmente quella fronte di tutta l'esuberanza di mezzi che caratterizza una fronte offensiva, per adunare il massimo sforzo sui settori montani. Questo ancor rendeva la ritirata necessaria per assumere disposizioni economiche di pura difesa ».
      L'orgasmo terribile della ritirata fu descritto dai prigionieri, ancora sotto l'impressione di quelle ore spaventose. Arnaldo Fraccaroli raccolse questi particolari :
      L'ordine arrivò nella notte, d'improvviso. E si propagò tumultuoso fra le truppe ammassate. Prima fu comandata a ripassare il fiume la 13a divisione Schiitzen. I ponti e le passerelle sul Piave erano stati continuamente sbattuti giù dagli aeroplani e dalle artiglierie italiane : i pontieri austriaci li ricostruivano, i cannoni italiani li ri-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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