Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA RESISTENZA SUPREMAglia dall'Altipiano di Asiago al mare, una specie di contrapposto all'offensiva austriaca del 15 giugno.
Ma questi poveri tentativi d'alterare la situazione in nulla sminuivano la realtà, ch'era senza dubbio grave per l'esercito austriaco.
« Sulla base delle testimonianze — scriveva 1 Alessi — rese dai prigionieri catturati lungo tutti i 120 chilometri del fronte di battaglia e di altri preziosi dati raccolti dai nostri uffici di informazione, abbiamo attribuito al nemico oltre 200.000 uomini fuori di combattimento. Il nucleo più grosso delle perdite è senza alcun dubbio rappresentato da feriti leggeri, che debbono considerarsi come materiale umano recuperabile. Le 50 divisioni sferrate nell'urto erano raggruppate in 16 Corpi d'Armata di 3 divisioni l'uno. Due di queste operavano ed una costituiva la riserva. Essendo la divisione austro-ungarica composta di 12.000 uomini, le 200.000 perdite vengono a rappresentare approssimativamente la massa corrispondente alle riserve assegnate ai Corpi d'Armata, quanto dire non meno di sedici divisioni fuori combattimento. Alla mattina del 15 giugno il nemico aveva sul nostro fronte settan-tuna divisioni. Dunque le forze di cui oggi dispone, anche se dopo disposte a ricominciare presto daccapo, sono sempre una massa adeguata alla difesa totale del fronte; il quale non misura che un'ampiezza di 350 chilometri e con parecchi settori morti.
« Rientrato nelle proprie trincee di partenza esso ha subito reagito contro la nostra pressione esercitata soltanto allo scopo di affaticare il suo assestamento tattico; ha riempito i vuoti della fanteria con un nerbo cospicuo di compagnie di mitraglieri che come ognuno sa caratterizzano i nuovi metodi della resistenza elastica; sull'Altipiano, sul Grappa, al di là del Piave, ha ritrovato i propri apprestamenti quasi intatti, e ciò per il semplice fatto che la lotta si è svolta sul terreno intercorrente tra le nostre linee avanzate, non su quello compreso fra le sue soltanto in parte distrutte dal fuoco di contropreparazione. Sul grande acrocoro di Asiago Conrad oltre i sistemi difensivi fatti costruire immediatamente dopo la Strofe Expedition del 1916, dispose una rete di capisaldi
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