Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA RESISTENZA SUPREMA -
      difesa : e gli assaggi tentati dalle nostre irruzioni hanno dimostrato che quelle linee rimangono in piena efficienza.
      « Il nemico è ancora in grado di sferrare qualche formidabile colpo e- la concavità della nostra fronte dalla regione del Garda al mare gli permette sempre di puntare contro di noi le più gravi minaccie. La manovra di Caporetto ebbe conseguenze per noi disastrose perchè portò rapidamente gli invasori sulle arterie vitali alle spalle della Seconda Armata, dando appena il tempo alla Terza di sciogliersi dalla stretta con una profonda ritirata. In quella manovra furono adottati per la prima volta dal nemico i metodi d'attacco che doveva poi applicare su più vasta scala nell'offensiva di primavera in Francia : ma sulla fronte occidentale l'urto di formidabili masse tedesche, pur aprendo brecce e operando sfondamenti molto più ampii di quello compiuto a Caporetto, non riuscì mai per la forma convessa della fronte stessa a raggiungere d'un Colpo i risultati che nello scorso autunno piombarono l'Italia nel dolore. In Francia gli attacchi nemici hanno condotto ogni volta alla formazione di un nuovo saliente in cui lo stesso invasore rischiereb-be di restare attanagliato se gli Alleati disponessero di effettivi sufficienti per passare alla controffensiva, e per poco infatti il generale von Hutier, tre settimane or sono, non rimase schiacciato fra Montdidier e Noyon da un vigoroso contrattacco. Da noi la configurazione della fronte ci è così sfavorevole che il successo di un'offerir-siva nel settore montano basterebbe a compromettere tutto il settore della pianura. E per questo si può dire che la vittoria del Piave non sarebbe stata possibile se sugli Altipiani e sul Grappa la mattina dèi 15 giugno non fosse stato spezzato l'impetuoso attacco dell'esercito di Conrad.
      « È appunto la configurazione del terreno della lotta che sconsiglia in modo assoluto, nelle circostanze attuali, ogni tentativo di sfondamento oltre F^ave. Chi può dubitare un solo istante che gli uomini responsabili si lascerebbero sfuggire l'occasione di liberare sia pure un lieve tratto del territorio che il nemico colpesta da otto meei, se Io slancio e l'eroismo bastassero ad assicurare


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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