Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAversi reggimenti nemici e parecchie mitragliatrici rimasero nelle nostre mani.
      « L'alba del 15 giugno segnò l'inizio della grande battaglia : una preparazione d'artiglieria della durata di sole quattro ore, ma di estrema violenza, doveva precedere lo scatto delle fanterie.
      « Le batterie nemiche aprirono il fuoco alle 3, dal-l'Astico al mare : tiro di distruzione nelle nostre prime linee, tiro a gas sulle nostre posizioni di artiglieria. 11 bombardamento si estese, a scopo dimostrativo, alla Vallarsa e alla Val Lagarina.
      « Tutte le precauzioni erano state prese da parte nostra. L'improvviso scatenarsi di una formidabile azione dell'artiglieria nostra ed alleata sulle prime linee, sulle zone di raccolta e sulle batterie pose ben presto il nemico in difficili condizioni di funzionamento.
      « Dalle unanimi deposizioni dei prigionieri e dagli altri accertamenti potuti compiere, è risultato che tale nostro fuoco, assolutamente inatteso, inflisse perdite gravissime, sopra tutto alle riserve avversarie,^ le quali vennero sorprese in marcia lungo le strade e ammassate in vicinanza delle trincee, e disordinò anche la preparazione di artiglieria, togliendo alla formidabile massa d'urto una notevole parte della sua energia iniziale.
      « Pur tuttavia l'attacco delle fanterie nemiche delle Armate XI (Scheuchenstuel), VI (Arciduca Giuseppe), V (von Wurm), si sferrò violento, fra le 7 e le 8, su tutta la fronte dall'Astico al Piave Nuovo.
      « A) — Dall'Astico al Brenta. — 11 compito particolare assegnato alle truppe nemiche operanti sull altipiano di Asiago e in vai Brenta era sostanzialmente quello di aprirsi la via alla pianura, sfondando prima con 10 divisioni le linee della vai d'Assa (confluenza col Ghel-pach) alla vai Frenzela. Poscia, allargandosi a ventaglio con la successiva entrata in linea di altre sei divisioni, esse avrebbero dovuto occupare per le ore 15 la linea marginale dell'altipiano e i contrafforti occidentali del Grappa che serrano da oriente il corso del Brenta. Gli invasori dovevano quindi scendere in vai d Astico per la vai Canaglia, e in vai Brenta per la vai Frenzela. Due
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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