Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « Non meno grave fu lo scacco nemico nel settore centrale, tenuto delle truppe francesi. Qui, giusta il prestabilito, non appena l'artiglieria nemica intensificava il suo tiro, veniva sgombrato il saliente di Capitello Pen-nar a sud-est di Pennar, detto l'Opera Brutus. Le fanterie nemiche lanciate all'assalto, vi penetrarono; ma invano, per ben sei volte, tentarono di sboccarne: ogni volta vennero falciate dal tiro di sbarramento.
      « Alle 16, con energico contrattacco, elementi del 78° reggimento fanteria francese rioccupavano l'Opera Brutus. Il nemico ritentò attacchi in forze, ma venne costantemente respinto e finì per ripiegare sulle linee di partenza. Nel corso dell'azione i francesi catturarono più di 500 prigionieri, 7 cannoni da 37 mm., due bombarde, 16 mitragliatrici, 10 lanciafiamme. Si distinsero il 78° fanteria, il 2° battaglione del 108° reggimento fanteria, la 12° compagnia del 1° reggimento genio, il 2° gruppo del 21° reggimento da campagna, il 2° gruppo del ltf reggimento artiglieria da montagna e il 2° gruppo del 112° reggimento artiglieria pesante campale.
      «•Ad oriente, distrutte le nostre linee di Cima di Val Bella, di Col de] Rosso e di Col d'Echele col violentissimo fuoco delle sue artiglierie, verso le ore 7 l'avversario lanciava all'assalto le sue fanterie, protette da una cortina di nebbia artificiale. Aggirata la Cima di Val Bella mediante puntate ad est e ad ovest di essa, colonne avversarie penetrarono nelle posizioni di Costa-lunga, investirono il ridotto di Cima Echar e tentarono di forzare il Buso del Termine per aprirsi la strada di Val Chiama. A Cima Echar, la salda resistenza di riparti del 13® fanteria (brigata Pinerolo) e della 175T compagnia mitragliatrici, più tardi rafforzati da un battaglione del 78° reggimento francese, infranse con perdite enormi la furia del nemico; a Busa del Termine, riparti del 260° fanteria (brigata Lecce), alzata sui roccio-ni una tabella con la fiera scritta « di qui non si passa », resistettero incrollabili, in epica lotta a corpo a corpo, alle successive ondate d'assalto. E dopo un ultimo disperato attacco in forze, tentato alle 22, il nemico era definitivamente respinto.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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