Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA RESISTENZA SUPREMA -
u All'alba, sostenute da intenso tiro di artiglieria ed appoggiate da azioni dimostrative di fuoco e di riparti risolutamente condotti dagli alleati, nostre truppe hanno attaccato il monte di Valbella, riuscendo dopo aspra lotta a strapparlo all'avversario.
« Nella giornata e nella notte grosse masse nemiche, inutilmente lanciate al contrattacco e al macello, vennero respinte dalle nostre fanterie e decimate dai concentramenti di artiglieria e dagli audaci mitragliamenti degli aeroplani. La posizione conquistata venne da noi vittoriosamente mantenuta.
« Furono presi prigionieri 21 ufficiali e 788 uomini di truppa nemici, appartenenti a quattro divisioni diverse; vennero catturati cannoni, bombarde e numerose mitragliatrici.
« Più ad oriente fra Val Frenzela e il Brenta un nostro riparto occupò di assalto un forte punto di appoggio e di osservazione sulle pendici meridionali del Sasso Rosso, catturandovi 2 ufficiali e 31 soldati ».
Quest'azione per la riconquista del Monte di Val-bella incominciò con un improvviso e nutrito concentramento di fuoco , delie artiglierie italiane e alleate contro tutte le posizioni nemiche del settore. Alle cinque, mentre alcune grosse pattuglie francesi partendo dalla Costa-lunga, fingevano, sotto l'arco della traiettoria dei proiettili, un attacco di sorpresa in direzione del Sisemol, nostri riparti si gettavano su per i canaloni del Valbella e con raffiche di bombe a mano schiacciavano ad uno ad uno i numerosi appostamenti di mitragliatrici sparsi in ogni angolo a difesa della costa frastagliata. Malgrado la reazione delle artiglierie avversarie che dalle rovine di Gallio, dalla valle dei Ronchi e dal pianoro di Foza creavano dense cortine di arresto nella zona di irruzione, le colonne italiane superavano quasi in un batter d'occhio la falda. Alle sei stringevano la sommità del baluardo come dentro una morsa ed' impegnavano in sanguinosa e serrata contesa gli elementi appartenenti a quattro divisioni austro-ungariche che sospinti e incalzati da ogni lato dovettero cedere e vennero inseguiti alla baionetta dai nostri soldati.
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I. RECGIO — Storia della grande guerra d'Italia — Voi. XXIII. 7
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