Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIACensiva avversaria noi ci troviamo ad avere 70 chilometri quadrati di territorio in più di quello che occupavamo ed una fronte considerevolmente più breve.
      « Dall'aver portato la linea al Piave Nuovo si avvantaggiano la nostra situazione e la nostra efficienza e la minaccia nemica viene allontanata dal margine delle lagune.
      « Reparti di honved, forzato il Piave Nuovo a Gri-solera, avevano raggiunto il Sile in quelle ansiose giornate di novembre nelle quali sembrava a momenti che le forze non dovessero bastarci a parare i colpi che il -nemico moltiplicava sui monti e attraverso il fiume sacro alla nostra difesa, ad arginare tutte le falle che si aprivano nelle nostre linee (comunicati ufficiali e articòli di giornali avevano celebrato in Austria-Ungheria e in Germania questo aggravarsi della minaccia su Venezia). Sembrava che la città delle lagune fosse ormai una preda vicina per l'invasore. Ma anche qui, come altrove, la mirabile resistenza dei nostri soldati oppose una insormontabile barriera al nemico e, a poco a poco, dalle teste di ponte di Capo Sile, di Cavazuccherina e di Cortellazzo, la nostra occupazione sulla sinistra del Piave Vecchio e del Sile si venne ampliando.
      « Infranta l'offensiva avversaria, ristabilita integralmente la situazione primitiva, tornò utile cacciare il nemico anche dal terreno intersecato di canali e in parte allagato, che si stende tra Sile e Piave. L'azione, condotta simultaneamente dalla 54a divisione, mossa dal Piiave Vecchio e marciante verso sud e sud-est, e dalla 4a che, uscendo dalla testa di ponte di Cavazuccherina e di Cortellazzo, agiva in direzione est-nord-est, fu iniziata ali alba del 2 luglio, ma non fu, nè poteva essere un'azione di massa. Bisognava passare lungo passaggi obbligati (strade e argini) attraverso acquitrini e inondazioni, sotto il fuoco di sbarramento di numerosissime batterie, sotto i tiri incrociati di infiniti nidi di mitragliatrici - all'impiego dei quali il terreno si prestava mirabilmente.
      « Si può dire che assai di rado il nemico ha combattuto con tanto accanimento come ha lottato per difendere il terreno fra il Sile e il Piave Nuovo. Le mitragliatrici
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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