Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
VIILE GESTA DELLA MARINA
Tre anni di sforzo tenace e silenzioso — La protezione del fianco destro dell'esercito — i marinai durante il ripiegamento — Sul basso Piave — Undici sommergibili austriaci affondati — Le arditissime incursioni nei porti — A Parenzo, a Pola, a Trieste — Rizzo e Pellegrini — Le « dreadnouchts » austriache silurate — La mczione dell'on. Battaglieri — Il plauso della Camera — Alte parole del ministro della marina.
Mentre l'esercito, dopo la grande vittoria, seguitava a dar prova di vivo spirito offensivo aspettando l'ora del supremo cimento, la marina compiva azioni clamorose che davano alla nazione in guerra vantaggi rilevanti e nuova gloria.
Da tre anni lo sforzo tenace della nostra Marina aveva reso completamente impotenti le forze marittime nemiche, che pure si erano trovate tanto notevolmente avvantaggiate dalle circostanze di fatto.
Quando il nostro intervento fu deliberato, noi avevamo una flotta che non era stata costruita per una guerra navale nell'Adriatico. Era una flotta di navi possenti, ideate per affrontare un grosso cimento in mare largo, poco adatta alla guerriglia insidiosa che la speciale configurazione della posta austriaca suggeriva.
La nostra Marina fu da un giorno all'altro chiamata ad assolvere un compito enorme e tanto più arduo, quanto più vago e indeterminato : mutare l'Adriatico, di mare italo-austriaco in un mare esclusivamente nostro.
Se si tien conto di questo stato di cose, si può affermare che la nostra 'Marina ha compiuto opera titanica, tanto più benemerita quanto più si è svolta nell'oscurità,
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